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FLORENCE, ITALY - NOVEMBER 12: Gianni De Biasi during the "Golden Bench" award at Centro Tecnico Federale di Coverciano on November 12, 2018 in Florence, Italy. (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Fino al due anni fa l’Azerbaigian era casa sua. È stato ct della nazionale dal 2020 al 2023 e a Baku era una sorta di celebrità. Gianni De Biasi, si è concesso alla penna de Il Mattino. Di seguito un estratto dell'intervista.
Di che squadra si tratta?
"Innanzitutto di una squadra che ha la possibilità di spendere tanto per giocatori stranieri che vogliono guadagnare bene. E questo è già un gran bel vantaggio. Hanno giocatori interessanti, magari non veri e propri top player, ma se li affronti a cuor leggero possono creare problemi".
Infatti la classifica del girone unico di Champions dice che la squadra azera ha già collezionato 7 punti.
"Quest’anno sono riusciti a trovare maggiore qualità negli stranieri che hanno reclutato. Sono molto più squadra rispetto al solito. Ma nel complesso non mi stupisce l’andamento di quest’anno perché la Champions è il loro unico obiettivo. In campionato non hanno rivali e la coppa gli serve anche per recuperare un po’ di introiti. Ma non solo, hanno praticamente due squadre: una per il campionato e l’altra per la Champions. Oramai da anni dettano legge in patria visto che di fatto vincono sempre loro. L’unica volta che sono arrivati secondi è stato perché hanno buttato all’aria il titolo da soli. Investono tanto ma hanno pochissimi ricavi, perché il campionato non lo vede nessuno. In Champions la musica cambia. Anche perché a Baku arrivano a giocare le squadre importanti con calciatori molto famosi. E infatti allo stadio ci sono anche 30mila persone. Si tratta di numeri importantissimi se consideriamo che quando gioca la nazionale ci saranno sì e no 3mila persone sugli spalti. Diciamoci la verità: per il popolo azero la vera nazionale è il Qarabag".
I pericoli principali per il Napoli?
"Akhundzada è un ragazzo del 2004 che gioca in attacco. È forte e ha talento. L’ho avuto anche io in nazionale e sono convinto che abbia grandi potenzialità, molte volte anche inespresse. In campo tira fuori la giocata che può fare la differenza perché ha forza e un ottimo tiro. Un altro azero da tenere d’occhio è Bayramov che non gioca tantissimo in Champions ma è mancino del 2001, pericoloso con le sue conclusioni da fuori area. La stella è Andrade che sta facendo veramente bene. È bravissimo nel trovare gli spazi e tirare in porta. Poi direi di fare attenzione a Jankovic, un montenegrino che ha già fatto male al Chelsea. È il metodista che sta davanti alla difesa e fa girare tutta la squadra. Un altro giocatore da temere è l’esterno esterno di sinistra, Cafarquliyev, che spinge tanto e può creare sempre superiorità numerica con le sue giocate. Punti deboli? Dal punto di vista fisico il Napoli può essere avvantaggiato. Medina e Mustafazade sono i due centrali difensivi che sono certamente forti di festa ma nello stretto fanno fatica». Per quanto riguarda l’aspetto ambientale? «Non mi aspetto affatto una invasione da parte dei tifosi azeri. A Napoli arriveranno solo quelli che sono già in giro per l’Europa e in assoluto non è una tifoseria calda".
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