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Cremonese, Gaetano sul coronavirus: “Qui la situazione è difficilissima. Ero tentato di tornare a casa”

Cremonese, Gaetano sul coronavirus: “Qui la situazione è difficilissima. Ero tentato di tornare a casa”

Gianluca Gaetano ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Corriere del Mezzogiorno, soffermandosi sull'emergenza coronavirus

Domenico D'Ausilio

Cremonese, Gaetano sul coronavirus: “Qui la situazione è difficilissima. Ero tentato di tornare a casa”

Gianluca Gaetano, calciatore della Cremonese in prestito dal Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Corriere del Mezzogiorno. Il ragazzo si è soffermato sull'emergenza coronavirus che ha colpito molto duramente la Lombardia, focolaio primario dell'epidemia virale in Italia.

Gaetano sull'emergenza coronavirus

"Non metto il naso fuori da casa da quindici giorni, spesa on line e allenamenti mattina e pomeriggio. A Cremona è stato un dramma, ho sempre cercato di mantenere la calma, di attenermi scrupolosamente alle regole. Ma confesso che ci sono stati momenti di grande sconforto. La città si è data da fare subito, la Cremonese ha anche sostenuto economicamente la costruzione di un ospedale da campo. Ho aiutato il Cotugno, l’ospedale della mia città. Il momento è difficile anche in Campania, l’ho fatto con il cuore".

Il 22 febbraio la sua squadra era ad Ascoli, dovevate scendere in campo ma mezzora prima la gara fu rinviata. Avevate percezione di cosa stava accadendo?"In quei momenti no. Anzi, ero anche arrabbiato, avevamo già raggiunto lo stadio, la concentrazione era a mille. Volevo scendere in campo per la mia squadra e poi il dietrofront. In quei giorni il Coronavirus ci veniva raccontato come un’influenza. Una emergenza da tenere sotto controllo. Nessuno credo immaginasse la portata che avrebbe avuto. Abbiamo continuato ad allenarci con tutte le precauzioni del caso: sedute all’aperto senza utilizzo di palestra e di mensa. Poi lo stop e tutti a casa. Per fortuna, la mia fidanzata Maria è con me ed è un grandissimo sostegno psicologico. Cremona è il cuore dell’emergenza".

Ha mai pensato di rientrare a casa? "Confesso di sì. Ma è stato soltanto il pensiero di un momento. Con la mia fidanzata ci siamo detti che sarebbe stato pericoloso, per noi e soprattutto per le persone che avremmo incontrato. Il momento è difficilissimo, nessuno dovrebbe muoversi di casa. Soltanto così, secondo me, è possibile vedere la luce in questo tremendo buco nero".

Come procedono gli allenamenti a casa? "Bene, come l’alimentazione. Anche se nel fine settimana mi concedo il dolce

che prepara Maria".

Tanti suoi colleghi contagiati? Il calcio doveva fermarsi prima? "Sì, la salute, anche quella di noi calciatori è la priorità".