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Coronavirus, Lopalco: “C’è il pericolo del negazionismo. No ad una quarantena breve nel calcio”

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Epidemiologo e coordinatore della task force anti-Coronavirus della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco, ha parlato ai microfoni di TMW Radio. Parole importanti sul virus, sull’indagine promossa e sugli effetti sulla popolazione....

Maria Ferriero

Epidemiologo e coordinatore della task force anti-Coronavirus della Regione Puglia, Pierluigi Lopalco, ha parlato ai microfoni di TMW Radio. Parole importanti sul virus, sull'indagine promossa e sugli effetti sulla popolazione. L'epidemiologo si è soffermato anche sul protocollo deciso dal cts in vista della ripresa del campionato di calcio.

Coronavirus, parla Lopalco

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"Il pericolo del negazionismo sul virus esiste, amplificato anche dai social media, che a volte raccolgono il peggio della società. Bisogna evitare sia il negazionismo che la paranoia. L'aspetto clinico è migliorato. Anche per la prevenzione abbiamo imparato parecchio, i grandi raduni di persone sono da evitare, specie nei locali chiusi. Siamo un popolo strano: fino a qualche settimana fa tutti volevano test e tamponi, anche chi non aveva sintomi. In questo momento che lo offriamo gratuitamente, ci si tira indietro. Quanti contagiati? Vogliamo sapere di quanto sono sottostimati i dati della Protezione Civile, se fossero uno a cinque, uno a dieci o anche di più. 

Protocollo del calcio? Il tema non è la lunghezza della quarantena,  dipende dal fatto che se i compagni si sono contagiati intanto qualcun altro potrebbe diventare positivo. Se la accorci, rischi che all'ottavo giorno esca un nuovo positivo. Io dico che, se la circolazione del virus si sta spegnendo, sarà improbabile trovare uno sportivo positivo durante l'estate. Confido in questo.

Ritorno del virus? Sono sicuro che saremmo più pronti qualora aumentassero di nuovo i casi. Sappiamo come cercarli, trovarli, circoscrivere i focolai ed anche quali sono ospedali più pronti. Da quel punto di vista sono ottimista. 

Movida? Dovremmo aspettare almeno fino metà giugno. Se qualcuno di questi ragazzi si fosse infettato negli scorsi giorni, comincerà ad accorgersene quando avrà passato già il virus a genitori e nonni".