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Cori razzisti in Italia, il 18% li accetta come elemento del tifo: i dati

Maignan
La Gazzetta dello Sport si sofferma sui cori razzisti in Italia negli stadi, analizzando i dati di un sondaggio
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport si sofferma sui cori razzisti in Italia negli stadi, analizzando i dati di un sondaggio.

"Il 18% degli italiani pensa che insultare un giocatore per le sue origini, urlargli “negro” o “zingaro”, per esempio, sia “un elemento del tifo”. Il 16% crede che lo stesso possa dirsi a proposito delle banane o dei versi della scimmia rivolti a un giocatore di colore. Sono gli esiti sconcertanti di un sondaggio condotto da Swg. Sono state interpellate 800 persone maggiorenni sul territorio nazionale. Rappresentano la gente comune, e il particolare costituisce un’aggravante. Quasi il 20% degli italiani tutti suona in maniera diversa, inquieta. Quel 16-18% è il sottofondo o il sottovuoto che alimenta il razzismo, che lo accetta come male minore finché si limita a gesti, suoni e parole, salvo indignarsi (forse) quando si sconfina nella violenza.


Per fortuna, alla domanda su Maignan, le risposte sono state plebiscitarie: per il 47% ha fatto bene a uscire dal terreno e ha sbagliato a rientrare; per il 41% è stato giusto che se ne sia andato e poi sia ritornato. Il restante 12% ha insistito con la noncuranza: non sono comportamenti razzisti, ma solo modi per disturbare gli avversari; Maignan e i suoi compagni avrebbero dovuto far finta di niente per non dare visibilità agli episodi".

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