L'amore per l'Inter
—"Sì, Conte è il suo maestro. Ma l'Inter è la squadra del cuore. Vincere lo scudetto con l'Inter è stata per Vanoli una cosa speciale. Il tecnico del Torino in questo momento è tutti gli Edipo del mondo, quelli che sognano di superare il proprio maestro. Vanoli non ha mai smesso di ringraziare la famiglia Conte per tutto, che lo ha aiutato ad ambientarsi da Venezia a Torino. Si dice che pure durante la cavalcata in serie B al Venezia, spesso sentisse il suo vecchio "capo" anche per avere dei suggerimenti. «Non potrò mai essere il vice di Antonio, perché ha bisogno di un altro carattere al suo fianco». Un po' di ego gonfio non manca mai, nelle storie dei vari edipo del mondo. Difficile che i due in queste ore si siano sentiti: è una sfida fondamentale per il destino di Conte e del Napoli, non c'è spazio per i sentimenti in questi momenti. I ruoli oggi impongono distanza e rapporti formali, ma anche Oriali avrò un sorriso speciale per Vanoli. Che ha seguito fin dai tempi in cui era ct della Nazionale under 19 che sfiorò il titolo europeo nel 2016 (sconfitta per 4-0 in finale dalla Francia)".
"Uccidere" il maestro per diventar definitivamente grande
—"Al cuor non si comanda. L'amicizia per Conte, la fede (calcistica) per l'Inter. Antonio il mentore: «Siamo due leoni ed è stato importantissimo nel mio processo di crescita perché ho provato a rubargli qualche segreto. Quando abbiamo vinto l'FA Cup con il Chelsea ho capito chi era Antonio: era molto convinto di andare in fondo grazie alla sua mentalità. Vanoli è stato un tecnico federale, cresciuto a Coverciano: per sette anni ha guidato le nazionali giovanili azzurre, poi è andato a scuola da Antonio Conte (Chelsea e Inter), quindi ha intrapreso la carriera in solitaria. Ex terzino. Ha giocato nel Parma e nella Fiorentina e pure in Nazionale, ha segnato nella finale dell'ex Coppa Uefa contro il Marsiglia. Ecco: da tempo Vanoli è ricordato come collaboratore di Conte. Una cosa che gli va stretta. Ed è anche con questo bisognerà fare i conti: perché per scrollarsi di dosso certi legami, non resta che battere il proprio maestro. D'altronde, la classifica del Torino parla chiaro: è decimo e deve solo difendersi dall'assalto dell'Udinese. Per una posizione che non è né carne né pesce".
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