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Antonio Conte, tecnico del Napoli, ha rilasciato un'intervista alla vigilia del match col PSV, valido per la terza giornata di Champions
Nella giornata di giovedì Luciano Spalletti è diventato ufficialmente il nuovo allenatore della Juventus. Il tecnico di Certaldo è stato uno dei protagonisti assoluti della storia recente del Napoli, portando uno Scudetto che mancava da ben 33 anni. Il Corriere del Mezzogiorno ha usato parole al veleno per commetare l'approdo sulla panchina bianconera dell'ex CT della Nazionale. Di seguito quanto evidenziato.
"Addirittura presentato in inglese da Comolli. Questo minuetto di soffice e un po’ mesta eleganza, nella nostra città della quale sei cittadino onorario — città plebea, fescennina, puzzolente di fritto — fa un po’ sorridere. Ma non preoccuparti, non ci saranno rappresaglie, non ti righeremo la macchina — a proposito, la Panda te la porti a Torino? Ma no, avrai la Jeep aziendale. E nemmeno ci sarà il ritiro dell’attestato che ti fa nostro concittadino, anche perché, qui siamo convinti che Gaetano Manfredi un poco juventino in fondo al cuore ancora lo è. Dai, ci siamo civilizzati. Merito tuo, di Gonzalo, del comandante Sarri, Giuntoli e tanti altri: ci avete laicizzato, abbiamo capito che eravamo solo primitivi, ci siamo evoluti. Abbiamo capito che è un mondo di rapporti a termine o come scrisse una molto brava, con grande competenza, nel suo libro: «Siamo Tutti Puttane». Tutti, Lucio, e il guaio è tutto nostro, perché almeno il tuo prezzo sarà alto, noi ci siamo venduti per trecento euro di aumento. Tutti hanno un mercato, alcuni un mercatino. Solo il rictus crucianista (nel senso di Cruciani), che affligge tanti guitti minori, può vedere in noi napoletani la parte offesa".
"Signori, noi abbiamo qua Antonio Conte, che quando va a giocare allo stadium fa il giro del campo e si prende gli applausi dei gobbi, che da due anni schiumano a vederci vincere. È il calcio senza passione, ognuno compra i professionisti dell’altro. Ci ha diretto per anni uno che è andato a Torino e ha baciato la terra quando è arrivato dicendo che non amava altro che voi. Poi non gli è andata bene e noi, incivili, abbiamo assai goduto. Antonio Conte ce lo ha detto subito: sono gobbo, giudicatemi da ciò che saprò fare oppure fottetevi. Apprezzabile. A te non possiamo garantire altrettanti applausi. Perché tu ti sei fatto juventino, perfino più di Sarri. Hai quasi detto che vincere è l’unica cosa che conta. Ti sei limitato al braccio: quando ti hanno fatto le analisi del sangue — arriva l’allenatore e gli fanno le analisi? Ma veramente fate? — hai detto che il prelievo dovevano prenderlo dall’altro braccio: ti faceva male il braccio del tatuaggio?".
"Hai dato tanti bacini al nuovo padrone. E lo stadio che è un guscio di innovazione e la società che ha un’organizzazione perfetta, e c’è brutta gente che scrive e che ha travisato le tue parole su Napoli, tu parlavi solo dell’anno post scudetto — Luciano, lo sai meglio di noi, la verità non esiste più, contano solo i social e la loro falsificazione seriale. È il pianeta Papalla del calcio e dei social, dove «ogni dramma è un falso» (l’altro Lucio cantava così) e ogni tremenda vendetta si esaurisce in un rutto postprandiale".
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