Se le assenze hanno influenzato le scelte del tecnico
—"Assolutamente. E sebbene Antonio fosse partito con il 3-5-2 aveva già in mente di giocare con il tridente: lo si capiva dalle indicazioni precise date sul mercato estivo. L'idea, insomma, era quella. Poi magari qualche giocatore è arrivato in ritardo ed in una prima fase si è giocato con la difesa a tre. Non è la prima volta, ma Antonio comunque conosce bene questi sistemi di gioco".
Un altro fattore determinante ai fini della scelta
—"Molto dipende dalle caratteristiche dei giocatori che si hanno a disposizione. Credo comunque che ancora per qualche partita giochi con il 3-5-2 con Raspadori e Gilmour che sono venuti fuori alla grande. Poi tornerà al tridente".
Sul modo di preparare le partite
—"È maniacale nel suo lavoro: cura ogni dettaglio a 360 gradi con l'aiuto dello staff. C'è tutto, dall'analisi della partita ai filmati, alle esercitazioni che propone in campo".
Sull'atteggiamento al di fuori del terreno di gioco
—"Fuori dal campo è un'altra persona (sorride): è simpatico e scherzoso. Ma appena si varcano i cancelli del centro sportivo si trasforma. Diventa serio e meticoloso. Non lascia nulla al caso".
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