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Conte non ha uno schema fisso: il Napoli ha utilizzato già diversi moduli – CdS

Conte modulo
La maestria tattica del tecnico azzurro
Sara Ghezzi

Antonio Conte a Napoli ha mostrato di avere grande qualità tattiche portandolo a cambiare diversi moduli già lo scorso anno per necessità infortuni. L'edizione odierna de Il Corriere dello Sport ha sottolineato questo aspetto. A seguire un estratto dell'articolo.

Conte non ha uno schema fisso: il Napoli ha utilizzato già diversi moduli

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"Li sceglie, li prende e li sposta come fossero pedine, invece sono uomini che in campo portano fieri l'etichetta di giocatori e rendono il Napoli sempre diverso, mai uguale a se stesso. Contro il Qarabag l'ennesima novità da Conte illusionista, l'allenatore che per far di necessità virtù, nel bel mezzo dell'emergenza, si mette a fare il ritratto del Napoli rendendolo uguale a ciò che può essere con quello che ha a disposizione. Così, dopo il 3-4-2-1 tornato più di un anno dopo contro l'Atalanta e riproposto dall'inizio martedì in Champions contro il Qarabag, Conte ha deciso che era arrivato già il momento di cambiare: con il risultato ancora fermo sullo 0-0, al minuto diciannove della ripresa, ha tolto un difensore, Beukema, e ha inserito un esterno, Politano, riscrivendo la storia tattica della partita.  Il Napoli è così passato dalla difesa a tre al 4-2-3-1 (che in fase passiva diventava 4-4-2) con Neres più vicino a Hojlund, con Politano a destra e Lang a sinistra, con Di Lorenzo e Olivera più bassi come terzini, con la coppia Lobotka-McTominay blindata in mezzo la campo e con quella formata da Rrahmani e Buongiorno restituita alla classica linea a quattro, quella dello scudetto. Una sola mossa, decisiva, per accelerare e vincerla con due gol, una traversa e altre prodezze del portiere avversario. Quest'anno sono stati già tre i moduli cambiati dall'inizio e diversi a partita in corso, come martedì".


Il ritorno al passato

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"L'idea di principio, con l'arrivo di De Bruyne, è stato il 4-1-4-1, lo schieramento dei famosi Fab Four che ora sono rimasti in due dopo l'infortunio di KDB e quello di Anguissa. Proprio per il forfait dell'ex City, Conte dopo l'Inter aveva deciso di tornare al 4-3-3, quello classico, ma con risultati distanti da quelli dello scorso anno. Dopo Bologna, l'ennesima svolta motivata dalla coperta diventata corta a centrocampo: 3-4-2-1 con Lobo e McT unici centrocampisti disponibili e con Elmas, un jolly, prima alternativa assieme a Vergara (martedì il suo debutto in Champions).  Nelle ultime due partite, il Napoli è tornato all'antico: il 3-4-2-1, infatti, era stato il modulo delle prime partite ufficiali di Conte, quello con Mazzocchi a destra e Politano-Kvara esterni ai lati di Lukaku. Era il Napoli prima di McTominay, futuro Mvp del campionato. Con lui, subito 4-2-4 (l'ex United vicino Lukaku nelle prime uscite) e poi ecco il 4-3-3, il modulo con cui il Napoli ha costruito gran parte dello scudetto prima di ritrovarsi, all'improvviso, vittima dell'emergenza. Ma Conte, già allora, ad un mese dalla primavera, non aveva perso tempo. Ripropose il famoso 3-5-2, diede fiducia a Raspadori e il Napoli, pur brillando meno, restò in scia tricolore, tornando poi al 4-3-3 nel finale di campionato. C'è una morale ed è banale: nel calcio, più dei moduli che sono cifre su carta, contano i princìpi di gioco, i meccanismi collaudati, l'intesa tra i giocatori che si conoscono e si proteggono. Però bisogna saper muovere le pedine, bisogna saper essere Conte".