Conte più diretto di Marotta
—"Conte, invece, è più diretto. È il Carlos Monzon della comunicazione. Va dritto al corpo. Colpisce una volta, due, tre, finché l’altro non si piega dal dolore. E se n’è tolte di pietre dopo Napoli-Inter. Difficile, se non impossibile, stabilire se abbia goduto di più per il 3-1, per aver fatto saltare i nervi in campo a Lautaro e compagni (Chivu lo ha candidamente ammesso nel post partita) o per essersi sfogato davanti ai microfoni. «Il dirigente che fa l’escalation», così Conte ha definito Marotta. Senza dimenticare le frasi sull’Inter che in questi anni avrebbe dovuto vincere di più. O, ancora, sui propri meriti in nerazzurro, sull’aver portato al successo calciatori che non avevano mai vinto niente in vita loro (e il riferimento a Lautaro non era affatto casuale). Lo scorso anno, la lunga volata fu aperta dalle sue parole dopo il rigore - concesso sempre da Mariani – nello scontro diretto di Milano. Conte parlò di retropensieri. Fu il segnale che pensava allo scudetto.
I due si sono conoscono alla perfezione. Dai tempi della Juventus. Perciò Marotta lo volle all’Inter. Sacrificò Spalletti per lui. Lo fece perché sapeva che con Conte si raggiunge l’obiettivo. Sempre. Con Conte si vince (se n’è accorto anche lo scorso anno). E con Conte si impara giocoforza a essere concavi. Quante dovette sopportarne Marotta in quel biennio interista, al confronto per De Laurentiis è una passeggiata di salute. A qualcuno non sembrerà ma l’Antonio si è ammorbidito col passare degli anni. O forse ha solo imparato a dosare meglio le proprie cartucce. Chissà chi glielo avrà insegnato".
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.calcionapoli1926.it/assets/uploads/202506/276244da265849a47cb1f4f1d8046481-scaled-e1748773605579.jpg)