Calcio Napoli 1926
I migliori video scelti dal nostro canale

calcionapoli1926 rassegna Osimhen alla Guardia di Finanza: “ADL e Giuntoli parlavano, ma io non capivo” – Rep

ultimissime calcio napoli

Osimhen alla Guardia di Finanza: “ADL e Giuntoli parlavano, ma io non capivo” – Rep

osimhen galatasaray
Nuovi particolari sul caso plusvalenze legato al nigeriano
Sara Ghezzi

Il caso plusvalenze legato all'affare Osimhen continua a far discutere. L'edizione odierna de La Repubblica ha pubblicato le dichiarazioni dell'attaccante alla Guardia di Finanza. A seguire un estratto dell'articolo.

La trattativa dell'estate del 2020

—  

"Nell’estate del 2020, mentre la Serie A prova a ripartire e la Ligue 1 resta ferma per la pandemia, Victor Osimhen vive il momento più turbolento della sua giovane carriera. Corteggiato dal Napoli con un pressing serrato guidato dal presidente Aurelio De Laurentiis e dal suo braccio destro l’ad Andrea Chiavelli — oggi indagati per falso in bilancio nell’inchiesta sulle presunte plusvalenze — l’attaccante nigeriano si ritrova diviso tra il dolore per la morte del padre e le pressioni di una trattativa da record. I negoziati arrivano fino a Capri, dove De Laurentiis gli parla del contratto affacciato sul mare, Osimhen inizialmente rifiuta, poi cambia idea, aprendo la strada all’operazione che segnerà il suo destino. Attorno a lui procuratori che cambiano, licenziamenti improvvisi e — solo un anno dopo — l’arrivo di Roberto Calenda, destinato a diventare il nuovo uomo di fiducia dopo avergli prestato mezzo milione di euro".


Le dichiarazioni di Osimhen alla Guardia di Finanza

—  

"«L’agente che avevo prima (Jean Gerard, ndr) mi aveva manifestato un serio interesse del Napoli, ma era interessato solo al mio trasferimento e non alle condizioni di salute di mio padre. In quel periodo non avevo la testa per pensare al calcio, volevo solo sapere come stava lui», ha raccontato Osimhen alla Guardia di Finanza, in qualità di persona informata sui fatti in relazione all’inchiesta sulle plusvalenze fittizie degli azzurri. «Mi chiamò Gerard per incontrarlo a Nizza. C’erano anche Luis Campos e il presidente del Lille, Gerard Lopez. Mi dissero che mi sarei dovuto trasferire al Napoli, che c’era già un accordo di massima e che, causa pandemia, per il Lille era una buona opportunità. Ma io non ne sapevo nulla». In quegli stessi giorni si consuma la tragedia. «In seguito alla morte di mio padre ero arrabbiatissimo con il Lille e il mio agente, perché non ero riuscito a vederlo prima che morisse. Addirittura, mi dissero che sarei dovuto partire il giorno dopo a Napoli, senza nemmeno il tempo di realizzare la morte di mio padre». «Per rispetto del presidente del Lille andai comunque a Napoli, ma non avrei firmato nulla. Incontrai l’allenatore, che mi spiegò il progetto, e il giorno dopo De Laurentiis a Capri. Mi parlò della città e della società, ma io non capivo cosa dicesse con Giuntoli perché parlavano in italiano. Mi chiese se avessi visto il contratto, ma io non avevo ricevuto nulla». «Rientrato in albergo, chiesi al mio agente la bozza del contratto. Mi disse che non l’aveva. Io mi meravigliai perché il presidente mi aveva detto il contrario. Alla fine, mi mostrò un foglio, uno pseudo accordo con il Napoli. Mi arrabbiai e volli tornare in Francia. Chiesi a Lopez una settimana di riposo e andai a Parigi. Poi, tornato a Lille, decisi di interrompere il rapporto con quell’agente». L’affare però si sbloccò. «Vedendo che il Napoli era davvero interessato, chiesi a William D’Avila di occuparsi del mio trasferimento. Verso fine luglio firmai il contratto a Lille, alla presenza di Maurizio Micheli per il Napoli e, tra gli altri, D’Avila, Lopez, Ingla, Calenda e Cros»".