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rassegna

Caso Juventus, non Ronaldo ma ossessione Champions causò inizio della fine

Emanuela Castelli

L'analisi del CorSport

Per il Corriere dello Sport è sbagliata l'opinione comune che incasella l'acquisto di Ronaldo come inizio del caso Juventus. Il portoghese, 33 anni all'epoca, era ancora esplosivo e veniva dalla vittoria della Champions, l'ennesima. Piuttosto l'errore fu non dargli una squadra all'altezza e pensare di poter vincere la Coppa dalle grandi orecchie sollo con lui.

Ronaldo non è causa del caso Juventus

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Ecco quanto, dell'analisi del Corriere dello Sport, evidenziato da CalcioNapoli1926: "Sarebbe stato il fiammifero di Cristiano Ronaldo ad appiccare l’incendio del meno 15, dalle plusvalenze in su. È un’opinione di largo spaccio. In attesa che si faccia piena luce sulla famigerata pagina che divide e impera, imprigionare il giocatore - uno dei più forti di tutti i tempi - alle catene dello svacco economico della Juventus non mi sembra corretto. Era l’estate del 2018, militava nel Real, aveva appena vinto la sua quinta Champions. Andrea Agnelli e Fabio Paratici si presero una cotta, Beppe Marotta no, ma ormai (beato lui, con il senno di adesso) era stato scalzato dal talamo aziendale, e l’operazione andò in porto, comunque. Florentino Perez incassò 112 milioni di euro. Per Cristiano era pronto un contratto quadriennale da 30 milioni netti a stagione. In totale, calcolando la provvigione di Jorge Mendes, il grande tessitore, un affare da 430 milioni. Cierre - un marchio, non un semplice intarsio - aveva già 33 anni e questo era il rischio che accompagnava il fascino di un trasferimento «epocale», scritto senza correre il ridicolo d’illuminarsi d’incenso. Lo fu, a prescindere dall’esito. L’azzardo, se mai, avrebbe dovuto allarmare il club: per la sostenibilità «a futuri controlli» e per l’effetto domino sugli stipendi degli altri titolari. Ecco. Non è mica colpa sua se qualcuno, in sede, pensava che sarebbe bastato reclutare un marziano per brandire la Champions (citofonare Leo Messi a Parigi). Fatti, non parole: 101 gol in 134 presenze, 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe di Lega, 1 scettro di capocannoniere. Ma in Europa, non più dei quarti. Alla sua età, avrebbe avuto bisogno del centrocampo «vecchio» (Claudio Marchisio, Andrea Pirlo, Paul Pogba, Arturo Vidal) e la Juventus, «quella» Juventus, del Cristiano «giovane». Viceversa, il delirio di onnipotenza e l’ossessione Champions spinsero la società a sbagliare, platealmente, i calcoli. Con l’aggravante, «neutra», della pandemia".