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“Caro presidente…”. Dal 2004 ad oggi: la lettera di Corbo a De Laurentiis

de laurentiis napoli
La lettera del noto giornalista ad indirizzo del patron azzurro

Giuseppe Canetti

 

L'edizione odierna de La Repubblica ha pubblicato una lettera scritta dal noto giornalista napoletano Antonio Corbo ad indirizzo del presidente azzurro Aurelio De Laurentiis.

La lettera di Corbo a De Laurentiis

“Caro presidente…”. Dal 2004 ad oggi: la lettera di Corbo a De Laurentiis- immagine 2

Ecco quanto scritto da Corbo:

"Caro presidente, una lettera aperta deve fondare su cruda franchezza. Evito il lei, sarebbe stucchevole ipocrisia. Un giornalista deve sapere tutto dei personaggi che racconta. È la professione. Nell’agosto 2004 mi informai sulla tua solidità economica. Avevi appena chiesto alle cinque del mattino 4 assegni bancari pagabili al portatore per 28,5 milioni da portare poche ore dopo al giudice Paolo Celentano della Fallimentare. Volevi il Napoli, l’hai preso in serie C1 mentre gli industriali della città erano in penosa fuga. Soldi che hai restituito con puntuali rate girando parte degli incassi. I tifosi sono stati tuoi soci di fatto versando cascate di euro, 55mila spettatori per il debutto con il Cittadella furono un’apoteosi di passione per loro, per te conferma di aver intuito l’affare nelle non certo oziose notti capresi con l’avvocato Marinelli. Senza violare il segreto bancario, fu risposto: “De Laurentis ha credito”. Il massimo per un imprenditore. Eri l’uomo giusto per riportare il Napoli ai suoi livelli, e vi sei riuscito anche grazie ai tifosi. Diciotto anni dopo, si apprezzano cultura di impresa, rifiuto di contatti e interessi con gli ambienti grigi della città, pittoresca avarizia, dal controllo delle maglie sudate al conto in pizzeria. Ma si segnala una deludente tendenza: è integro il tuo credito, vero patrimonio di un imprenditore; sembra invece infranta la credibilità del personaggio. Scadenti i rapporti con quel pubblico che dovrebbe essere fiero dei risultati sportivi, della gestione oculata, del ranking europeo, della presenza costante nel giro alto del calcio italiano. C’è di più: nel bilancio vi sono tracce del profitto che giri a te stesso e alla famiglia".