Calzona e De Rossi a quali attori o registi si avvicinano?
«Danielino lo allineerei a Kevin Costner: bello, bravo e democratico. Calzona vira verso un profilo più basso, meno glamour. Un interprete quasi british alla Bob Hoskins o Timothy Spall».
Lukaku e Osimhen...
«Big Rom è grosso e belga come Van Damme. Osi invece è nigeriano come Chiwetel Ejiofor, noto per 12 anni schiavo».
Previsioni sulla gara?
«Gli stimoli maggiori ce li ha la Roma che si sta battendo per entrare in Champions. Dipende anche se ne vanno 4 0 5. Il Napoli ha qualche chances in più per l'Europa League. Oggi entrambe non sono nel loro miglior momento. Il calendario dei giallorossi è micidiale».
Su di lei questa gara ha sempre un appeal particolare?
«Si, perché poi di romanisti che vivono a Napoli non ce ne sono moltissimi. Per distacco sono più i tifosi napoletani che vivono nella Capitale. In caso di eventuale delusione ho la scorza dura: ho vissuto il "Titanic" 40 anni fa all'Olimpico per la sconfitta nella finale di Coppa dei Campioni. Di peggio non c'è nulla».
Possibile che dopo 63 anni a Napoli non le ispiri simpatia una squadra locale?
«Altroché. Gioisco per la promozione in B della Juve Stabia. Seguo le "vespe" anche al Menti. Tengo alla salvezza della Turris. Vorrei che il Portici, club della città di mio padre, sbarcasse nei professionisti. E per i playoff spingo per la Casertana di Cangelosi, allievo di Zeman che tanto mi ha fatto divertire alla Roma. Però l'Avellino mi sembra più attrezzato».
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