Calcio Napoli 1926
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Cannavaro: “Kim, crescita impressionante. Spalletti il migliore. L’irrinuciabile è…”

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Intervista a tutto tondo

Emanuela Castelli

Fabio Cannavaro, difensore campione del Mondo con l'Italia nel 2006, è stato a Napoli, precisamente al Maradona, per assistere al match contro l'Atalanta. E questo Napoli gli ha rubato occhi e cuore. Oggi il mister ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne de Il Mattino, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926.

Cannavaro e il Napoli dei record

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"Kim? Sta migliorando davvero in maniera impressionante. Qualche anno fa Andrea Carnevale voleva portarlo all'Udinese, mi chiamò e mi chiese notizie. Io gli dissi che era forte, giocava nel campionato cinese dove io allenavo ma peccava di eccesso di sicurezza. Con Luciano ha imparato a essere concentrato: non ha mai distrazioni, non va mai via di testa, è sempre lì e sa sempre quale è la cosa giusta da fare. Kvaratskhelia? È un fenomeno, se gli fai prendere la palla ti sfonda. Ha poi la consapevolezza di essere forte, lo capisci da come si muove: resta a lungo per conto suo, poi prende palla frontale e ti punta. E come lo fermi? In questo calcio di oggi è avvantaggiato perché i difensori non possono fare molto: non gli puoi prendere i pantaloncini, non puoi toccarlo, se gli sfiori la maglia sei ammonito, se gli dai una legnata ti cacciano fuori. Vedi come trattavano Maradona: lui era prodigioso perché i gol li faceva saltando quelli che entravano come dei killer sapendo che tanto la facevano franca (...) Il vero irrinunciabile? Vedo l'importanza di Osimhen, di Kvara e di Lobotka, ma per me il migliore di tutti, l'irrinunciabile, è Di Lorenzo. Sono stato con Spalletti dopo la gara con l'Atalanta e glielo ho detto: è uno che a ogni partita gioca da almeno 6,5. Sempre. Una garanzia. Per me è come Zanetti, è ai suoi livelli. Ha una continuità spaventosa, sa giocare col pallone tra i piedi, nell'uno contro uno è fortissimo e poi è disponibile e umile col compagno: se lo vede in affanno, è lì che corre in suo soccorso. Facendo sempre la cosa migliore (...) Spalletti? Non è questione di età, ma di voglia e di dna. Sono anni che lui è innovativo, che ogni sua squadra ha un marchio preciso. Che la vedi giocare e dici: ecco, quella è la squadra di Spalletti. Lui ha un concetto di squadra positivo, studia, si aggiorna. Si è reso conto che non ha solo Lobotka regista, a volte i registi sono i due centrali, poi altre volte lo sono i terzini. Insegna a giocare corto, altre volte lungo. Pochi dubbi: ora è il migliore in Italia (...) Meriti del Napoli o demeriti delle altre? Sì, dietro è un disastro. 18 punti di distanza sono un imbarazzo incredibile per le inseguitrice. Ma ciò non toglie nulla allo strapotere degli azzurri".