Trova degli alibi? «Fatico. Il prezzo della presunzione di chi doveva scegliere le persone giuste al posto di chi è andato via e non lo ha fatto. Spalletti ha chiesto l'anno sabbatico, ma perché lo ha chiesto? Questo ha consentito a molti giocatori di rilassarsi, assopirsi, sedersi sugli allori. Io stando con la Nazionale negli Stati Uniti ho capito ancor di più dei meriti di Luciano Spalletti (...) Mi immagino cosa sarebbe successo alla ripresa degli allenamenti a Traoré, Anguissa, Raspadori per l'errore fatto in occasione del primo gol dell'Atalanta: loro sono immobili, imbambolati, spettatori mentre ben quattro bergamaschi occupano l'area piccola. Li avrebbe fatti a pezzi. E devo dire: ha ragione lui, vedo molto di Lippi nel suo modo di fare».
Cosa l'ha colpita del Napoli di sabato? «C'erano tre marce di differenza: ci sono partite dove tecnicamente sei inferiore e magari lo sei anche tatticamente. Ma non puoi esserlo sotto il profilo della voglia, della vena. Ho visto il "body language" di resa. Ecco, lo scudetto Spalletti lo ha vinto perché in 10 tornavano a difendere come dei fulmini, ora avviene il contrario. E i gol dell'Atalanta sono le specchio. Cosa puoi chiedere al terzo allenatore? Di far correre uno in mezzo al campo? Ma se uno non lo capisce da solo, di cosa parliamo?».
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