rassegna

Il Mattino – Le mani della camorra sul «pezzotto». Un business da 6, 5 milioni

Hacker without face symbolizing anonymity of cyberspace surrounded by source code

L’edizione odierna de Il Mattino, affronta l’inchiesta sul “pezzotto“, un affare da sei milioni e mezzo l’anno, un’indagine condotta dalla Procura di Napoli (e prima ancora da quella romana), ma ora anche nelle...

Celeste Maione

L'edizione odierna de Il Mattino, affronta l'inchiesta sul "pezzotto", un affare da sei milioni e mezzo l'anno, un’indagine condotta dalla Procura di Napoli (e prima ancora da quella romana), ma ora anche nelle mire della camorra cittadina.

Franco Maccarelli, indicato dalla Finanza come il genio della cosiddetta «pezzotto tv», uffici in una torre del Centro direzionale, vero e proprio centro strategico per i traffici di Iptv (internet protocol television),  secondo i pm avrebbe venduto flussi televisivi pirati a milioni di utenti europei.

È lo scenario emerso da un’informativa del nucleo speciale frodi tecnologiche della Finanza, che dedica centinaia di pagine al giro di affari di Maccarelli e alle insidie del suo mestiere. Atti al Riesame, dopo un sequestro di schede e computer, scrivono gli inquirenti: «Si presume che l’enorme giro di affari sotteso all’attività de quo abbia inoltre attirato l’interesse della criminalità organizzata.

Le mani della camorra sul pezzotto tv? Di sicuro qualcuno a Miano aveva compreso qualcosa della doppia vita del manager  napoletano. Difeso dal penalista Carlo De Pascale, Maccarelli punta a dimostrare la trasparenza della propria condotta di imprenditore e uomo d’affari nel seguito delle indagini, in uno scenario in cui tutti i soggetti coinvolti vanno considerati estranei alle accuse mosse dai pm, almeno fino a prova contraria.

Scrivono i finanzieri: «Una stima delle movimentazioni annuali del Maccarelli ammonterebbero a circa 6 milioni e mezzo», grazie all’analisi dei rapporti accesi presso istituti bancari diversi.

Nomi e fatti che ora attendono verifiche e risposte dei pm, di fronte a un mercato nero di flussi audiovisivi che sembra sopravvissuto ai sequestri di un mese fa.