L'edizione odierna del Corriere dello Sport si interroga sul momento no di Dries Mertens. Dopo sei partite in cui la gioia più folgorante è diventato l’assist per afferrare il Rijeka, forse, pure il folletto belga si starà chiedendo cosa sia accaduto alla sua esistenza di infallibile cecchino. Però, prima di darsi una risposta, o continuare a galleggiare nell’oscurità di una crisetta di identità che sta lì, forse gli conviene aspettare ancora un attimo.
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Mertens, crisi d’identità: senza reti da sei match ma ritrova il suo bersaglio preferito
L’edizione odierna del Corriere dello Sport si interroga sul momento no di Dries Mertens. Dopo sei partite in cui la gioia più folgorante è diventato l’assist per afferrare il Rijeka, forse, pure il folletto belga si starà chiedendo...
Mertens, crisi d'identità
Qualcuno deve averlo avvisato, e comunque lo sapeva già di suo, perché Bologna-Napoli non è assolutamente una gara come le altre, ma è la sua partita, sa d’elisir di giovinezza o di toccasana: e vai a capire cosa sia accaduto in quelle giornate in cui, sistemandosi al centro del campo, ha intuito che gli sarebbe andata di lusso, perché ci sono avversari che, magari nell’inconscio o anche casualmente, ti ispirano. Undici gol in sei partite, è una media da top player, e dentro ci sono anche due triplette, una al Dall’Ara e una al San Paolo, ovviamente due abbuffate, il 6-0 del 19 aprile 2016 e poi l’1-7 del 4 febbraio 2017, quindi una serie di indizi che bastano e avanzano per sentire ardere dentro di sé il sacro fuoco della vendetta.
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