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rassegna

Corbo: “Pareggio storia di un’altra illusione. Ecco cosa lascia il match di Bologna”

Luca Buonincontri
Il giornalista si è espresso in merito alla prestazione degli azzurri contro i felsinei

Antonio Corbo, giornalista di Repubblica, nel suo consueto editoriale si è espresso in merito a quanto è accaduto nella sfida di ieri sera tra il Bologna di Vincenzo Italiano ed il Napoli di Antonio Conte. La partita è terminata 1-1, con gli azzurri che hanno quindi visto sfumare l'occasione per portarsi ad una sola lunghezza di svantaggio dall'Inter. Di seguito l'analisi del match del Dall'Ara.

Sul pareggio contro il Bologna

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"L’ottavo pareggio è la storia di un’altra grande illusione. Come l’Inter, forse meglio. Ma sono ancora tre i punti di distacco dalla capolista. Sembra che tutto possa cambiare, alla fine niente cambia. Non resta che raccontare un altro dolce inganno a capo di una partita intensamente vissuta. Ecco, il Napoli pensa di trovare subito le sue buone stelle. Dove si decise il suo secondo scudetto si sente spinto da venti e ricordi favorevoli. La vittoria a Bologna gli prenotò il secondo scudetto mentre crollava a Verona il Milan. Beata primavera 1990. Sono passati 35 anni, non era neanche nato il gigante che schioda stavolta la partita con un’azione personale irresistibile nel coraggio e nel sincronismo dei movimenti".

Sull'atteggiamento degli azzurri nel primo tempo

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"Anguissa stende in diabolica progressione tre avversari e fa cadere il quarto, Miranda, senza neanche sfiorarlo, per poi superare in dribbling Skorupski, il portiere che lascerà i guanti a Ravaglia, non si sa per infortunio o sconforto. Conte oltre i vetri della cabina dove si rinchiude per la squalifica ammira lo spettacolo di un Napoli equilibrato, astuto e tagliente".

Sul calo che la squadra di Conte ha avuto nella ripresa

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"Non sarà così nella concitata ripresa ma la squadra è bella da vedere e ben messa in campo. Tranne Neres che si sarà perso nel viaggio, il Napoli riparte fluido, ma esibisce anche un controllo ferreo dei centrocampisti. Conte ha studiato il Bologna, teme gli esterni Orsolini e Ndoye. Blocca le fonti di gioco, vi riesce con le marcature strette su Freuler e Odgaard. Nel primo tempo è preziosa la direzione tattica con Lukaku, centravanti arretrato vecchia maniera. Potrebbe produrre di più se Neres fosse attento, raggiunto da un luminoso diagonale offensivo del maturo attaccante belga. Lo spreca. Non è serata per Neres, il rimpianto dell’escluso Raspadori si somma all’imperfetta condizione di McTominay costretto ad uscire a metà della ripresa".


Sulle mosse di Stellini e Conte

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"Comincia il lavoro più impegnativo dell’allenatore Stellini e probabilmente per il comandante che lo ispira dall’alto della cabina sopraelevata. Né Stellini né Conte escludono Neres, lo sopportano fin troppo, prima di inserire finalmente Raspadori ma sono passati già 73 minuti ed il Bologna si è preso ormai la scena. Domina. Sembra non gli basti l’1-1. Uscito McTominay non resta che inserire il connazionale scozzese Gilmour che copre la destra chiedendo ad Anguissa di trasferirsi armi e bagagli nella zona classica di McTominay".

Su cosa non ha funzionato

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"Non si tratta di doppio play, perché Lobotka avanza per dare inventiva all’attacco e Gilmour vigila alle sue spalle. Non aiutano le ammonizioni dei difensori laterali Di Lorenzo (buona nel primo tempo la catena di destra) e Olivera, opposto ad un impalpabile Orsolini, uscito in anticipo, lui che era il più in forma e il più temuto. Stenta ad entrare in partita Raspadori, tocca ai combattenti Lobotka, Rrahmani, Olivera e il sorprendente Scuffet. È il solito supplizio degli amarissimi finali, con due soli cambi fino al ruggente minuto 90. Formidabile all’inizio, avvilente quando poco a poco si spegne. Di questo Napoli sono fantastiche ormai solo le attese e le promesse, non lasciano che il ricordo di un’eterna e irrisolta sofferenza". 

 

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