La sfida tra Atalanta e Napoli è - fuori dal rettangolo di gioco - il confronto tra due società virtuose, che hanno saputo autofinanziarsi con lungimiranza e grazie ad una gestione societaria oculata. Ne parla oggi la Gazzetta dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "Una dinastia ultrasecolare (Agnelli-Elkann), un fondo (RedBird), un azionariato misto Italia-Usa (Percassi-Pagliuca), un patron vecchio stampo (De Laurentiis). Juventus e Milan, Atalanta e Napoli. Dietro le sfidanti di oggi si nascondono quattro gestioni ben riconoscibili. Le differenze sono evidenti, sebbene non manchino i tratti in comune".
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Atalanta-Napoli, le due Società sono campioni di profitti: una differenza premia la Dea
Si tratta di due modelli sostenibili, in continua crescita
All'insegna della sostenibilità
—"Tutte perseguono la sostenibilità: a Bergamo e Napoli ci sono arrivati prima, seguiti dalla Milano rossonera, a Torino hanno bisogno di tempo. Bianconeri e rossoneri sono i più assimilabili, con ricavi tra 350 e 400 milioni, ma questi sono anche i club che negli ultimi anni si sono distanziati di più: nel biennio 2022-24 la Juve ha perso 323 milioni, il Milan ne ha guadagnati 10. Atalanta e Napoli sono tutt’e due campioni di profitti, grazie al player trading, con un distinguo: la proprietà bergamasca, apertasi all’internazionalizzazione, ha investito nelle infrastrutture, la seconda ancora no".
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