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rassegna

Anguissa, ennesima vittima (mancata) della cecità del calcio contemporaneo

Emanuela Castelli

...o ennesimo capolavoro di Giuntoli?

Anguissa era candidato ad essere un'altra vittima sacrificale offerta sull'altare di un calcio spesso frettoloso nei giudizi e cieco nelle considerazioni. Arrivato come un pacco gentilmente offertoci dal Fulham, in supersaldo, quasi a dire "Fateci il piacere, ve lo diamo volentieri", a Napoli si è imposto immediatamente con quello strapotere fisico che però non esclude la finezza tecnica.

Anguissa, 15 mln per un campione

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Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "André Frank Zambo Anguissa arriva in prestito oneroso (500 mila, cosa sono cinquecentomila euro dentro il fantasmagorico mondo del calcio?), con diritto di riscatto fissato a dodici mesi di distanza ed a quindici milioni di euro (e cosa sono quindici milioni di euro in questo spendaccione macro-universo): viene ceduto dal Fulham come uno saldo e trasformato dal Napoli in una stella. Quale e dove sia l’errore, un anno dopo, resta un irrisolvibile mistero di questo pianeta in cui esistono giudizi superficiali, forse pregiudizi di massa e anche un bel po’ di cecità: o magari no, può darsi che al Napoli - Giuntoli, il diesse, e con lui Micheli, il capo area scouting - abbiano avuto il potere e la competenza d’andare ad intrufolare lo sguardo dove gli altri non sono mai arrivati. Anguissa diventa un riferimento certo e assoluto in un centrocampo che recita a memoria e in quella sontuosa eleganza che rapisce ci sono undici partite consecutive da titolare in campionato, con due cambi in cui gli vengono sottratti complessivamente appena 19’: il nuovo che avanza, ma con lo sfarzo di una sciccheria che completa il settore al fianco di Lobotka e di Zielinski, diventa un «fattore», concede equilibri, si trasforma nell’uomo in più, mette assieme 33 presenze e «costringe» gioiosamente Adl a versare al Fulham quei quindici milioni (...) Ventidue partite su ventiquattro in campionato (e due gol), mai una volta in panchina, perché nel codice-Spalletti il talento non può essere adagiato a fondo campo; sei su sette in Champions (e un gol), con il turnover limitato alla sfida con i Rangers. Capito chi è (chi era) Anguissa?".