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CdS – Ancelotti re di interpretazione: la rivoluzione contro il Liverpool

Alessandro Silvano Davidde

Carlo Ancelotti ha conquistato un po’ tutti per aver imbrigliato Jurgen Klopp. Per l’ennesima volta. Come riportato dal Corriere dello Sport, la sua rivoluzione tattica parte da lontano ed è solida come non mai. Ancelotti sicuro delle...

Carlo Ancelotti ha conquistato un po' tutti per aver imbrigliato Jurgen Klopp. Per l'ennesima volta. Come riportato dal Corriere dello Sport, la sua rivoluzione tattica parte da lontano ed è solida come non mai.

Ancelotti sicuro delle sue interpretazioni

Carlo Ancelotti si è avvicinato dolcemente alla propria “rivoluzione”. Ha millimetricamente scomposto il Napoli e poi lo ha rimodellato in una notte che pareva non avesse un futuro. L’ha affrontata standosene in una trincea che a un certo punto l’ha conquistato, rimanendo sempre dominante a bordo campo. In una postura non da sentinella ma da generale, e spargendo per novanta minuti su novanta a chiunque pillole d’interpretazione d’una partita per uomini veri.

Ci ha messo il fisico, ed anche la faccia, ha esposto anche il corpo a sostegno di un’idea. Non bisogna vergognarsi dei propri limiti attuali, fossero anche solo e soltanto psicologici, né sfidarli, rischiando di ritrovarsi poi ulteriormente devastati. Ancelotti ha voluto il più classico dei 4-4-2, in realtà ciò che gli piace, però l’ha spogliato di svolazzi. Ha inventato ancora, lasciando che Di Lorenzo dimostrasse di saper fare tante varie cose, persino l’esterno alto di destra, e alle spalle, come un anno fa, ha poggiato Maksimovic a difesa di una “visione”.

Ha chiesto, praticamente esigendolo, il rispetto maniacale delle regole, ossequiando le distanze e, infine, ha preteso severità e leggerezza, quasi un ossimoro, perché ci sono sere in cui non è consentito tirarsi indietro.