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Ancelotti via: Castel Volturno si spacca. La situazione

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Non è facile dire addio a un tecnico dello spessore di Carlo Ancelotti. Come riportato dal Corriere dello Sport, Castel Volturno si spacca e questa volta sul serio. Perché vengono automaticamente del dubbi quando uno della caratura di Carletto...

Alessandro Silvano Davidde

Non è facile dire addio a un tecnico dello spessore di Carlo Ancelotti. Come riportato dal Corriere dello Sport, Castel Volturno si spacca e questa volta sul serio. Perché vengono automaticamente del dubbi quando uno della caratura di Carletto viene mandato via: c'è un concorso di colpe, perché Re Carlo ha una storia importante e la colpa non può essere tutta sua.

La partita che ha segnato

«In campo ci vanno i calciatori» ha raccontato domenica scorsa. Dopo la sconfitta con il Bologna. In realtà c’erano ma non si erano visti, non in quell’ora e mezza o solo in una frazione di quella partita. L’ennesima finita male: eppure era stato 4-3-3, proprio come avevano invocato nel corso del faccia a faccia di Castel Volturno. Accontentati da Ancelotti, che aveva scelto di rivedere le proprie convinzioni.

Gruppo unico

Il calcio non è cambiato, né accadrà: chi gioca è felice, chi non lo fa e viene messo in discussione borbotta, a voce magari anche alta. Ma c’è un Napoli che già avverte l’amarezza per un epilogo che sembra scritto e che avrebbero scongiurato, ed è Meret ma anche Di Lorenzo, è Lozano ma anche Llorente, è Koulibaly e con lui Manolas, è Mario Rui che ha rivisto la luce dopo un anno ma poi Elmas, Zielinski e Milik, difeso ad oltranza, anche dinnanzi agli errori più clamorosi e, magari, ci sarebbe anche Fabian Ruiz, che qui è stato voluto da Giuntoli ma anche da Ancelotti, convinto delle sue qualità dalle relazioni che aveva «steso» suo figlio Davide. E fa niente se l’ultimo Fabian Ruiz non sia stato quello della prima stagione, se abbia sparso una serie di perplessità caratteriali recentemente. Stanno tutti con Carlo Ancelotti.