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Il PM Amato: “Il Daspo non basta più, bravo De Laurentiis nella gestione dei tifosi”

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Le parole del PM ai microfoni de La Repubblica

Domenico D'Ausilio

Il PM Sergio Amato, il magistrato che coordina il pool della Procura competente sui reati collegati agli eventi sportivi, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Repubblica, commentando gli scontri fra gli ultras di Napoli e Roma sulla A1.

Il PM Amato sugli scontri fra i tifosi di Napoli e Roma

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Il Daspo, le trasferte vietate e le porte chiuse dunque non bastano più, procuratore Amato?

"Tutte queste misure si sono rivelate efficaci per ridimensionare sensibilmente gli atti di teppismo che avvenivano sugli spalti, ma non hanno eliminato una carica di violenza che si canalizza verso altri contesti. La partita, da questo punto di vista, rappresenta un pretesto, un’occasione. Ma lo stesso vale per la movida e si potrebbero fare altri esempi".

Neanche il “Daspo a vita” potrebbe essere utile?

"Sicuramente può servire a rendere gli stadi più sicuri. Però in passato abbiamo avuto episodi di fazioni della tifoseria che hanno scelto di non assistere più alle gare, ma questo non ha impedito ai facinorosi di partecipare a scontri o di andare in trasferta nonostante le restrizioni".

Le società sportive fanno abbastanza per isolare i violenti?

"Non sono in grado di rispondere su come si comportano tutti i club italiani. Posso dire però che al Calcio Napoli, sotto la gestione de Laurentiis, va dato atto di aver tenuto sempre a debita distanza le frange violente della tifoseria".

Come va affrontato il problema?

"Innanzitutto tenendo ben presente che non si tratta di una questione limitata al mondo dello sport, ma investe tutti i settori della società. Servono strumenti di cui attualmente, nonostante gli sforzi quotidiani, le forze dell’ordine e la magistratura non dispongono".

A cosa si riferisce?

"Una persona trovata in possesso di un coltello, una mazza da baseball o un tirapugni può essere arrestata in flagrante in occasione di manifestazioni sportive. La legge non lo consente invece se lo stesso accade in altri contesti perché si tratta di reati contravvenzionali. È evidente che così l’impianto del sistema non è efficace".

E se ha una pistola?

"Si può arrestare solo se è vera e funzionante. Se si tratta di una riproduzione modificata, senza il tappo rosso per intenderci, può essere considerata solo un’aggravante se utilizzata per commettere una rapina oppure un altro reato".

Lei è per leggi più severe?

"È una scelta del legislatore nella quale non posso entrare. L’importante è chiedersi se l’attuale impianto normativo, processuale e sostanziale, sia adeguato o meno a fronteggiare una violenza che si fa sempre più diffusa e a tutelare beni protetti dalla Costituzione come l’integrità fisica dell’individuo".