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Agresti: “Spadafora ministro contro lo sport. Non ripartire significa volere il male del calcio italiano”

Agresti: “Spadafora ministro contro lo sport. Non ripartire significa volere il male del calcio italiano”

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Stefano Agresti, direttore calciomercato.com. Focus del suo intervento la ripresa del campionato di Serie A e il giudizio...

Mattia Fele

In diretta a ‘Punto Nuovo Sport Show’, trasmissione con Umberto Chiariello in onda su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Stefano Agresti, direttore calciomercato.com. Focus del suo intervento la ripresa del campionato di Serie A e il giudizio sull'operato di Spadafora, ministro dello sport.

Le parole di Agresti

Agresti: “Spadafora ministro contro lo sport. Non ripartire significa volere il male del calcio italiano”

“Oggi abbiamo avuto la conferma di quello che abbiamo scritto l'altro ieri. Conte non ha gradito la mossa di Spadafora, anche il calcio deve avere un riscontro con i massimi vertici del Governo. L'intervista di Conte è un segnale importante perché vuol dire che la sua opinione è differente dal giudizio di Spadafora. E' vero che non sta facendo nulla oltre a disastri, danni molto seri. Mi aspettavo che riunisse attorno a sé tutte le componenti dello sport per ripartire nel modo migliore, ma non l'ha fatto.

Quando Conte parla in quel modo lo fa come un elemento dovuto, nessuno ci crede quando Conte dice una cosa del genere. Vuole indorare la pillola a Spadafora, ma in realtà lo fa fuori perché si è posto in una posizione inaccettabile nei confronti del calcio. Sembra sia stato pilotato da una lobby anti calcio, sono convinto che Malagò abbia condizionato il “Ministro contro lo sport” perché se uno è contro la Serie A è contro tutto lo sport. Allo stesso modo anche il principale quotidiano sportivo italiano ha preso una posizione attendista nei confronti di Spadafora. La nostra non è una battaglia senza esclusione di colpi, ma di logica e buon senso, non di demagogia.

Effettivamente in queste settimana la demagogia l'ha fatta da padrona, si è fatto passare il calcio come il mondo di Lukaku, Cristiano Ronaldo, Koulibaly, tutti coloro che guadagnano milioni all'anno. In realtà attorto al calcio ci sono lavoratori che prendono 800 euro, 1000 euro, è per loro che bisogna riprendere. Sappiamo che il rischio 0 non esiste per nessuno, quindi bisogna riprendere in sicurezza".