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L'assoluzione di Acerbi nel caso Juan Jesus ha fatto discutere, anche per via di due precedenti che sembravano avallare la previsione in base alla quale al giocatore dell'Inter potesse essere applicata la sanzione prevista. Uno di questi casi, citato proprio dal Giudice Mastrandrea, è quello di Marconi, poi condannato con dieci giornate di squalifica. Vediamo in cosa differisce dal caso Acerbi.
Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "Nel caso Marconi (Pisa-Chievo, 22 dicembre 2020), quello citato dal Giudice sportivo Mastrandrea nella sua sentenza, (...) Michele Marconi, all’epoca dei fatti giocatore del Pisa, a seguito di uno scontro di gioco, diceva al vice capitano del Chievo, Obi, «E’ la rivolta degli schiavi», frase che fu ascoltata dalla panchina del Chievo, che subito e all’intervallo si rivolse all’arbitro (Santoro) e al quarto uomo (Dionisi), i quali nel referto segnalarono l’accaduto (gli parlò anche Giaccherini prima dell’inizio del secondo tempo) ma confermarono che nessuno di loro aveva «sentito e visto quanto riportato dal calciatore Giaccherini Emanuele». In questo caso, però, (...) ci sono state diverse testimonianze, che il Tribunale - secondo la Corte - aveva mal interpretato. E che tutti gli elementi portavano alla colpevolezza di Marconi (10 giornate) poiché deve essere fatto salvo «il principio per cui nei procedimenti di giustizia sportiva “il valore probatorio sufficiente per appurare la realizzazione di un illecito disciplinare si deve attestare ad un livello superiore alla semplice valutazione di probabilità, ma inferiore all’esclusione di ogni ragionevole dubbio”» come scritto dal Presidente della Corte, Torsello".
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