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De Laurentiis: “Voglio uno stadio da 70mila posti. De Bruyne? La nostra volontà è…”

De Laurentiis Napoli
Il presidente del Napoli si è così espresso a Il Mattino parlando di temi come stadio e l'acquisto del belga
Angelo Salzano

L'edizione odierna de Il Mattino ha riportato alcune nuove dichiarazioni rilasciate dal presidente Aurelio De Laurentiis. Il numero uno della SSC Napoli ha parlato della questione legata al restyling dello stadio Diego Armando Maradona ed è uscito allo scoperto per quanto riguarda il calciatore Kevin De Bruyne.

De Bruyne Napoli: l'annuncio di De Laurentiis

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Ecco alcune dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis riportate da Il Mattino:

Sulla festa in città: "Tutti, proprio tutti, hanno partecipato alla grande festa di popolo per lo scudetto. Bravissimo il prefetto Di Bari a installare decine di maxi-schermi nell’area metropolitana per dare la possibilità di vivere la partita in una grande piazza collettiva. Bravissimi per tutto ciò che è accaduto dopo questo evento fantastico. Il sistema Napoli ha funzionato".


Sul coronamento di un percorso: "È il coronamento di un lavoro lungo quindici anni, in cui il Napoli è stato l’unico club ad essere sempre presente in Europa".

Su Napoli: "Napoli è molto partecipe, a volte sembra quasi che abbia un sentimento di rivincita. Ma non c’è alcuna rivincita che devono prendersi i napoletani. Perché noi abbiamo una marcia in più, non siamo secondi a nessuno".

Sulla crescita della città: "È bello regalare queste soddisfazioni a una città intera, anzi a un popolo intero. Il più grande desiderio è rimanere in questa dimensione che merita una città europea, con il suo mare e i suoi monumenti, con la prospettiva di ospitare tra due anni l’America’s Cup, con le sue imprese globali e la capacità di fare innovazione e attrarre capitali. C’è stato recentemente un investimento americano anche nel basket".

Su Capodichino: "Barbieri, l’amministratore delegato, guida benissimo Capodichino, ma questo aeroporto deve essere aperto ventiquattr’ore al giorno. Sia chiaro che le mie sono tutte riflessioni per l’ulteriore crescita della città. Non è vero, come talvolta accade di sentire, che sono in conflitto con qualcuno, ad esempio l’amministrazione comunale".

Sullo stadio e gli incassi: "Sullo stadio stiamo studiando tutte le possibilità. Da parte mia ci saranno di certo interventi per consentirci di essere all’altezza della situazione nei prossimi anni, ma non credo che possa trasformarsi in qualcosa che ci permetta di aumentare gli introiti, nella misura in cui accade ad esempio per il Milan e l’Inter nelle competizioni internazionali. Sa quanto ha incassato l’Inter nell’ultima partita di Champions allo stadio Meazza? Quattordici milioni e mezzo. È chiaro che qui puoi vivere più intensamente le emozioni perché gli spettatori sono a ridosso del campo di gioco. Che cosa fai? Distruggi lo stadio e lo ricostruisci daccapo? Perché ti puoi avvicinare, ma non potrai mai stare attaccato al campo. E si tratterebbe di una mortificazione partecipativa. Perché se fossimo attaccati al terreno di gioco altro che dodicesimo uomo in campo, saremmo il tredicesimo, il quattordicesimo, il quindicesimo...".

Sui fatturati: "Se volessi essere stabilmente competitivo con le grandi società calcistiche del Nord, bisognerebbe potere aspirare ai loro fatturati. Per motivi evidenti noi non siamo mai arrivati a quelle cifre nel nostro percorso europeo".

Sul Maradona: "Sto meditando su uno stadio da 70mila posti e 120 salotti. Un super stadio moderno. Qui bisogna lavorare, lavorare e lavorare. Prendendo atto che il ferro non potrà mai diventare oro. Infernale è questo stadio. Non è vero che non voglio mantenere il Maradona, nato nel 1959 e massacrato nel 1990, uno stadio dove fai pagare i biglietti agli spettatori per vedere poco o nulla. Anzi, dico di più, cercherò di attivare il terzo anello dello stadio e di creare 50 salotti, per far sì che sia comunque più vicino agli stadi europei. Purtroppo, il nostro fatturato resterebbe un quinto di quello degli altri grandi club. È una differenza che si riflette anche sul mercato perché punti a un calciatore e magari non te lo puoi permettere non avendo a disposizione i mezzi altrui. Ma i problemi non mi hanno mai condizionato: lo considero la nostra professione".

Su De Bruyne: "De Bruyne? La nostra intenzione è prenderlo ma bisogna essere in due".

Sull'incontro con il Papa: "Non ci riceve in quanto vincitori dello scudetto, chiariamo. Avevamo concordato tutto una settimana fa, prima che il campionato finisse. Per non distrarre i ragazzi dall’impegno col Cagliari avevo accennato la cosa soltanto al capitano Di Lorenzo. Il Papa americano, una interessante novità sul piano religioso e politico, ci riceve a prescindere dal nostro risultato perché evidentemente Napoli è al centro delle sue attenzioni".

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