Consigli sui rigori? Non ho detto nulla per ora. Quando ho sentito la prima volta il Napoli? A marzo l’ho saputo e io ho subito desiderato fortemente di essere qui. La parata più importante della mia carriera? Direi il rigore parato a Pulisic.
Primi colloqui con Conte? Mi ha chiesto di lavorare tanto come agli altri. Quando ti chiama uno come Conte è difficile dire no. Se mi sento il secondo? Non mi sento né numero uno né numero due. Sono qui per lavorare e sono a disposizione del mister.
Perché ho scelto Napoli? Perché è la squadra campione d’Italia. Difetto e pregio? Non mi analizzo tanto e non mi piace parlare di me. Un portiere a cui mi ispiro? Da ragazzino sono cresciuto con il mito di Abbiati.
De Bruyne? Per adesso penso solo ad allenarmi e a non farlo segnare. I miei lanci piacciono a Conte? Non lo so, dovete chiedere a lui. Per me è importante che la palla arrivi dove deve.
Miglior difesa d’Europa una responsabilità? Se arrivano meno tiri mi fanno un piacere. Cosa faccio nel tempo libero? Gioco col cane e vedo gli amici. Meret? Ritrovo Alex, bravo portiere e straordinario ragazzo. Levare la barba per lo scudetto? Non lo so, ci penso!
Stazza? Io devo fare tutto quello che serve per dare una mano alla squadra e dare sicurezza. Se sono scaramantico? Io zero. Più pressione a giocare a Napoli? È differente, è facile quando hai tanti tiri a partita. Qui invece serve massima attenzione a parare l’unico tiro".
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