08:08 min

nazionali

Jorginho: “Ecco perché ho scelto l’Italia e non il Brasile. E sul rigore sbagliato…”

Giovanni Montuori

Le parole del centrocampista dell'Italia

Jorginho, centrocampista del Chelsea e della Nazionale, ha parlato ai microfoni di Bem Amigos, su SportTv, poco prima di iniziare le sue meritate vacanze in Grecia. Il calciatore dell’Italia ga affrontato vari temi. Di seguito le sue dichiarazioni.

Jorginho sull’Italia e sul rigore sbagliato

Sul rigore della finale:

“Era tutto organizzato. Sapevo che Donnarumma avrebbe parato l’ultimo rigore. Do sempre il massimo per la squadra, anche se a volte non basta. Ho sbagliato il rigore e mi è caduto il mondo addosso, volevo regalare il successo alla squadra. Fortunatamente in porta abbiamo un fenomeno che mi ha salvato”.

Sulla scelta di Jorginho vestire l’azzurro anziché il verdeoro del Brasile:

“Accettai subito la convocazione dell’Under 21 italiana. All’epoca vedevo la nazionale brasiliana come qualcosa di molto lontano. Sono cresciuto in Italia, qui mi sono state aperte tante porte. Onestamente non ci ho pensato due volte. Dopo l’Under 21 giocai solo qualche amichevole con l’Italia e a novembre arrivò la convocazione per il playoff mondiale contro la Svezia, proprio in un periodo in cui mi aveva cercato anche il Brasile. Edu Gaspar mi disse: ‘Jorge, stiamo pensando di chiamarti ma non ti garantisco nulla. So bene che è difficile, magari parlane con la tua famiglia’.

All’improvviso tutto era diventato complicato, giocare col Brasile era il mio sogno da bambino. Sentivo, però, che l’Italia aveva bisogno del mio aiuto in quella gara fondamentale con la Svezia: quando ho avuto bisogno io l’Italia mi ha aiutato abbracciandomi e aprendomi le porte. Non potevo voltarle le spalle. Così ho detto ‘No, l’Italia ha bisogno di me’. Di conseguenza ho preso quella decisione e ne sono molto felice”.

Sul Pallone d’Oro:

“Viviamo per i sogni. Ma sarò molto onesto: dipenderà dai criteri di assegnazione. Se conta il talento, sono consapevole di non essere il migliore al mondo. Se invece la scelta avviene in base ai titoli, allora nessuno ha vinto più di me in stagione. Messi, Ronaldo e Neymar hanno caratteristiche completamente diverse dalle mie”.

Su Mancini:

“Il mister ha adattato il gioco alle caratteristiche di noi giocatori. Si vede la sua mano. L’inno italiano tocca nel profondo tutti noi, siamo un gruppo speciale. Sapevamo quanto gli Europei fossero importanti per la nostra rinascita dopo la delusione per non aver preso parte ai Mondiali in Russia”.

Su Brasile-Argentina:

“Con quei giocatori, il Brasile sarà sempre una delle migliori nazionali al mondo. I numeri sono chiari: subisce poche reti e domina le partite. Purtroppo non ha vinto la Copa America, ma ha tutte le carte in regola per tornare a vincere dei trofei: speriamo non contro di noi però… (ride, ndr)”.