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Debacle nazionale, perché nessuno si è dimesso dopo la figuraccia mondiale?

Giovanni Ibello

La debacle dell'Italia di Mancini: perché nessuno si è dimesso

Il collega Raimondo De Magistris torna su Italia-Macedonia, la gara che ha escluso gli azzurri dai Mondiali in Qatar. Quella sera qualcuno doveva dimettersi, ma si sa che nel nostro paese chiedere a chi sbaglia di assumersi la responsabilità è pura utopia. Eppure non è ammissibile che una nazionale quattro volte campione del mondo non sia stata in grado di battere la piccola Macedonia del Nord. Ecco quanto, delle parole del collega pubblicate su TMW, è stato evidenziato da CalcioNapoli1926.it:

La debacle dell'Italia di Mancini: perché nessuno si è dimesso

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"Quella sera, nella notte più difficile, la Federazione conferma Mancini e il ct non si dimette. Non l'ha fatto allora, perché dovrebbe farlo adesso? È vero che solo oggi tocchiamo con mano il peso di quel fallimento, ma quella di oggi è già un'altra storia.

Mancini dopo la gara contro la Macedonia del Nord ha compreso i suoi errori e dopo l'Argentina ha cambiato registro, ha voltato pagina. Ha iniziato a costruire un gruppo tutto nuovo e questo gruppo ha dimostrato di essere dalla sua parte. Quella di oggi è una squadra che segue il suo commissario tecnico, un gruppo ferito che ha voglia di ricostruirsi".

E poi ancora: "Dimissioni al Barbera, quindi? La storia la conosciamo tutti. Gravina in sala stampa si siede al fianco del ct e gli conferma la fiducia della Federazione, Mancini fa sapere di voler andare avanti. Le aspre critiche successive non fanno vacillare le certezze di quella sera". Quanto detto in premessa vale per il CT e tutti i vertici federali. A volte è necessario fare un passo indietro, anche formale, per salvare la faccia...