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Uefa, Ceferin: “L’Italia ha chance per ospitare l’Europeo, ma deve rifare gli stadi”

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Le parole del presidente dell'Uefa

Giovanni Montuori

Alexander Ceferin, presidente dell'Uefa, ha parlato al Corriere della Sera soffermandosi su vari temi e sulla possibilità che l'Italia ospiti l'Europeo.

Ceferin sull'Europeo in Italia

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Le parole di Ceferin:

"Convinco i governi a investire in infrastrutture. L’Italia che ospita l'Europeo 2028 o 32? Chance ne ha, ma deve fare stadi nuovi. Quei pochi rifatti sono piccoli".

Sulla guerra

"Ci sono tante similitudini con oggi: era una guerra tra fratelli. A soffrire sono gli svantaggiati, non i politici. In Jugoslavia nessuno fece nulla, fu terribile. Per noi sloveni durò, per fortuna, solo 10 giorni. Io non ho dovuto sparare. Avevo 23 anni. La Uefa ha subito tolto la finale di Champions alla città russa di San Pietroburgo e inflitto sanzioni sportive, oltre a dedicare più di un milione per i bambini e rifugiati ucraini. Non siamo influenzati dai politici, ma la politica è parte della vita e noi possiamo influenzarla, perché abbiamo il sostegno di tanti. I rapporti Uefa-Putin? In passato corretti, era ben preparato per un meeting. Non credo sia tifoso di calcio, gli piacciono più altri sport".

Sulle sanzioni

"Mi piange il cuore a punire gli atleti: non è la loro guerra, non l’hanno decisa né voluta. Ma dobbiamo mostrare unità per la pace", dice Ceferin che sulla chiusura del contratto con Gazprom spiega: "Finanziariamente è costato molto. Per noi è un colpo al portafoglio, ma alla gente viene tolta la vita. Parlo tutti i giorni con Pavelko, presidente della federazione ucraina. Ho avvisato Dyukov della federcalcio russa prima di decidere: non sono un codardo, non faccio le cose di nascosto".

Sulla Superlega

"Se stabiliscono che la Uefa è un monopolio, i tre club si facciano pure la loro Uefa, giochino le loro competizioni. Perché vogliono stare nelle nostre? Vogliono stare qui e là, ma là non esiste, è un luogo metafisico. Penso credano anche che il mondo sia piatto. E poi finiamola di chiamarla Superlega, chiamiamola per quel che è: la Terrible League. Però anche se con quelle tre abbiamo problemi fuori - dice riferendosi a Juve, Real e Barça -, in campo tutti avranno sempre gli stessi diritti. Le nostre competizioni sono sane, senza preferenze per nessuno. Uefa e Juve sono due istituzioni: avranno sempre rapporti corretti. Sulla persona nominata - Agnelli - non voglio più dire una parola: è il passato".