Cosa non capiscono questi papà e queste mamme? "Quello che non capiscono è che i ragazzi si vanno a divertire. Se poi uno è bravo emergerà, verrà fuori, diventerà famoso".
Ai puoi tempi, quando era ragazzino, cose simili accadevano? Ne ha ricordi? "No, non ricordo episodi simili. I genitori non intervenivano. A volte non intervenivano neanche nella scuola, figurarsi. I miei mi dissero: “Se sudi e studi facciamo i sacrifici, altrimenti vai a lavorare”. E io andavo anche a giocare".
Suo nipote gioca, fa il portiere, chissà che pressione sente. "Ha 16 anni, gioca a calcio e fa il portiere. Lui si va a divertire. Ed è quello che dovrebbero fare tutti i ragazzi che giocano a calcio. E anche i loro genitori".
Quindi da ex giocatore e allenatore di calcio qual è il messaggio per il giovane portiere finito in ospedale per le botte del papà di un avversario? "Quello che dicevo prima: lo consideri un brutto episodio di gioco, una uscita finita male. Se vuole continuare a giocare, questo giovane collega dovrà superare tutto questo, magari ci vorrà del tempo, ma può farcela. Così tornerà tra i pali e continuerà a divertirsi. Perché questo è quello che si deve fare su un campetto di calcio: divertirsi".
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