Junior Traorè a lungo è stato considerato un grande talento dal potenziale enorme, ma la sfortuna si è accanita contro di lui e la sua carriera non ha preso la piega desiderata. L'anno scorso ha provato a ripartire dal Napoli, ma è capitato in un momento difficile. Quest'anno con l'Auxerre è rinato andando in doppia cifra. Ne ha parlato a Cronache di Spogliatoio.


interviste
Traorè: “A Napoli stagione difficile, ma è stato bello. Ora sono rinato in Francia”
Traorè: "A Napoli stagione difficile, ma è stato bello. Ora sono rinato in Francia"
—"Ho vissuto due anni difficili. Ho scelto l'Auxerre per tornare veramente Junior. Dopo la mia prima stagione al Sassuolo mi aspettavo un grande trasferimenti, ma un infortunio ha fermato tutto. A fine stagione mi ero fatto male al metatarso, poi durante la preparazione estiva me lo sono rotto completamente: operazione e sei mesi di stop. Al mio ritorno è arrivata l'opportunità di andare al Bournemouth. Ho avuto altri problemi fisici, quel periodo è stato complicato. A gennaio del 2024 ho dovuto saltare la Coppa D'Africa a causa della malaria, poi sono tornato in Italia col Napoli. Napoli è Napoli, non si può spiegare. Anche se era una stagione difficile e non è andata come volevamo, sono contento di averla vissuta. Le cose andavano sempre male, eppure noi in allenamento avevamo la sensazione di fare tutto il possibile per aiutarci e migliorare. Nello spogliatoio cercavamo di darci delle spiegazioni, ci abbiano provato fino all'ultimo, ma evidentemente le cose dovevano andare così. Anche se la stagione è stata negativa il calore di quei tifosi era incredibile. Giocare al Maradona è inspiegabile. Mi ha aiutato a crescere come esperienza, sono maturato. Rispetto a quando ero ragazzino sono cambiato tanto. Quest'anno mi sono rimesso in discussione. Ci sono tanti pregiudizi sul campionato francese, ma mi sto trovando bene, è un calcio aperto, si gioca. Qui ho trovato un grande allenatore, ma soprattutto un grande uomo Pellissier, è esigente, ma giusto. Sa tenere il gruppo. Mi ha dato un ruolo da leader, dialoghiamo tanto e in campo lascia libertà ai giocatori di esprimersi. Ho sempre avuto le potenzialità di andare in doppi cifra. Mi sento un vero numero 10".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il tuo commento verrà moderato a breve.
Puoi votare una sola volta un commento e non puoi votare i tuoi commenti.