“L’arrivo di De Bruyne ha cambiato lo spazio che occupa McTominay, leggermente diverso rispetto all’anno scorso. Contro il Torino sarà una partita importante per il Napoli in vista della settimana con PSV e Inter. Può diventare delicata per Baroni, ma anche un’occasione per chi ha giocato meno, come Neres”.
“Giocare per l’allenatore? Il Torino lo ha già fatto contro la Lazio. Ho passato cinque anni lì: è una società la cui storia pesa più di un semplice risultato. Se ci fosse stato il VAR, avremmo vinto qualche derby in più quando ero al Torino”.
Da allenatore del Napoli a CT della Nazionale
—“Napoli-Fermana 1-1? Non è vero che è stata colpa di Calaiò” (ride, ndr). “In pochi avrebbero lasciato la Serie A per la C, ma io mi sono catapultato: Napoli era Maradona, non potevo dire di no a Pierpaolo Marino. I primi slip per i giocatori li abbiamo comprati io e Carmando, non c’era nulla. I primi due mesi ci allenavamo all’Ariston con un pallone portato da Montervino. Il De Laurentiis di oggi non è quello che ho conosciuto io: prima pensava più al cinema, poi ha capito il calcio ed è diventato uno dei presidenti più importanti d’Europa”.
“Nazionale? Il mio rammarico è per Svezia-Italia in trasferta: subimmo un tiro in 180 minuti e sprecammo tanto. La Nazionale del 2018 era vecchissima e andava rifondata. Mi dispiace per Spalletti, ma questi sono stati i peggiori Europei degli ultimi cinquant’anni. Ora si esaltano i playoff, prima non era così. Dopo la mancata qualificazione mi presentai in conferenza stampa da solo, perché ci fu un fuggi fuggi generale. Gattuso ha portato entusiasmo e senso di appartenenza, ma bisogna vedere cosa accadrà nei playoff. Mi auguro con tutte le forze che l’Italia vada al Mondiale: Gattuso mi piace, è ruspante.Oggi l’Italia spera di andare al Mondiale, mentre prima ci andava per vincerlo. Il problema è che non ci sono più oratori, la strada dove si giocava quattro ore al giorno. Ora c’è la scuola calcio".
"Essere granata" e la differenza Hojlund-Lukaku
—“Il granatismo è nato a Torino e lì resterà. Le polemiche con Cairo lasciano il tempo che trovano: bisogna pensare al bene della squadra. Quando arrivai c’era una contestazione feroce, feci il primo allenamento con dieci camionette della Digos. Partimmo dalla B e arrivammo in Europa con 200 milioni di utili. I tifosi si lamentano per le cessioni, ma Immobile e Cerci andarono a guadagnare molto di più. Dissi a Cerci che l’unica squadra dove non poteva andare era l’Atletico Madrid, perché fa pressing a tutto campo e lui non ha mai fatto un contrasto in vita sua.”
“Ho visto Napoli-Genoa: nel primo tempo non ha fatto nemmeno un tiro in porta. Ci sono automatismi da costruire, il cambiamento è stato epocale. Lukaku preferisce la palla addosso, con Hojlund invece si gioca in modo diverso. “Un aneddoto su De Laurentiis? Negli spogliatoi prima del match con il Cittadella mi disse: ‘Così facciamo calcio spettacolo’” (ride, ndr).
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