Da allenatore del Napoli a CT della Nazionale
—“Napoli-Fermana 1-1? Non è vero che è stata colpa di Calaiò” (ride, ndr). “In pochi avrebbero lasciato la Serie A per la C, ma io mi sono catapultato: Napoli era Maradona, non potevo dire di no a Pierpaolo Marino. I primi slip per i giocatori li abbiamo comprati io e Carmando, non c’era nulla. I primi due mesi ci allenavamo all’Ariston con un pallone portato da Montervino. Il De Laurentiis di oggi non è quello che ho conosciuto io: prima pensava più al cinema, poi ha capito il calcio ed è diventato uno dei presidenti più importanti d’Europa”.
“Nazionale? Il mio rammarico è per Svezia-Italia in trasferta: subimmo un tiro in 180 minuti e sprecammo tanto. La Nazionale del 2018 era vecchissima e andava rifondata. Mi dispiace per Spalletti, ma questi sono stati i peggiori Europei degli ultimi cinquant’anni. Ora si esaltano i playoff, prima non era così. Dopo la mancata qualificazione mi presentai in conferenza stampa da solo, perché ci fu un fuggi fuggi generale. Gattuso ha portato entusiasmo e senso di appartenenza, ma bisogna vedere cosa accadrà nei playoff. Mi auguro con tutte le forze che l’Italia vada al Mondiale: Gattuso mi piace, è ruspante.Oggi l’Italia spera di andare al Mondiale, mentre prima ci andava per vincerlo. Il problema è che non ci sono più oratori, la strada dove si giocava quattro ore al giorno. Ora c’è la scuola calcio".
"Essere granata" e la differenza Hojlund-Lukaku
—“Il granatismo è nato a Torino e lì resterà. Le polemiche con Cairo lasciano il tempo che trovano: bisogna pensare al bene della squadra. Quando arrivai c’era una contestazione feroce, feci il primo allenamento con dieci camionette della Digos. Partimmo dalla B e arrivammo in Europa con 200 milioni di utili. I tifosi si lamentano per le cessioni, ma Immobile e Cerci andarono a guadagnare molto di più. Dissi a Cerci che l’unica squadra dove non poteva andare era l’Atletico Madrid, perché fa pressing a tutto campo e lui non ha mai fatto un contrasto in vita sua.”
“Ho visto Napoli-Genoa: nel primo tempo non ha fatto nemmeno un tiro in porta. Ci sono automatismi da costruire, il cambiamento è stato epocale. Lukaku preferisce la palla addosso, con Hojlund invece si gioca in modo diverso. “Un aneddoto su De Laurentiis? Negli spogliatoi prima del match con il Cittadella mi disse: ‘Così facciamo calcio spettacolo’” (ride, ndr).
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