Su come vive le vittorie e le sconfitte: "Penso che giocare ogni tre giorni aiuti molto a far passare questo tipo di emozioni. Dopo ogni partita, si pensa a quella successiva di Champions o Serie A. Quand'ero al Gladbach, che giocavamo una sola volta a settimana, ammetto che mi capitava spesso di trascinarmi le emozioni della gara per giorni e giorni, fino al mercoledì-giovedì. Ora è tutto diverso".
Su come affrontare le giornate storte: "Prima della partita contro il Napoli, nel riscaldamento e nell'allenamento, avrò fatto sette tiri ed erano usciti tutti dallo stadio. Volevo finire con un gol e non ci riuscivo, tiravo continuamente senza esito. Mi son detto di calmarmi, perché non era niente e non cambiava nulla per la partita. Poi sono entrato negli spogliatoi e in campo, avevo dimenticato tutto. Un attaccante ha tante occasioni per rifarsi, non è come per i difensori".
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