Lei fa una similitudine con il tennis, parlando di colpi con effetto, ce lo può spiegare meglio? "Alcuni tiri sono colpi vincenti che spiazzano il portiere grazie all’effetto, allo spin. Nel calcio lo spin è l’effetto che il calciatore riesce a dare alla palla con la maestria nel colpirla. È un gesto tecnico difficile, che pochi sanno usare davvero. Qui sta la differenza tra il campione e il giocatore normale, decidere in una frazione di secondo la scelta migliore". Il Napoli ha scelto un portiere forte nel gioco con i piedi, soprattutto per il lancio lungo e non tanto per la costruzione dal basso. Senza Lukaku, che è bravo a giocare spalle alla porta, questo tipo di scelta perde di senso? "Sì, perde senso. I dati lo dicono chiaramente, oggi tutti i portieri di Serie A sanno fare lanci da 60-70 metri, non scopriamo certo l’acqua calda. Le statistiche distinguono tra passaggi corti, medi e lunghi, ma a quei livelli lo sanno fare tutti. Come dice un mio grande amico, il portiere deve saper ‘sparare’. Tutto il resto rischia di far perdere la base stessa del ruolo".
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.calcionapoli1926.it/assets/uploads/202511/605385af4ceba3460233c0e1262234fb.jpg)