Effettivamente, il Napoli, per tutto il campionato, non è mai stato arrembante una volta passato in vantaggio. Quasi mai ha trovato il colpo del ko. Secondo lei, questo è legato al modo di interpretare il calcio da parte di Antonio Conte?
“Sì, penso che questa gestione del vantaggio rispecchi lo stile di Conte. Lo conoscevamo, lo abbiamo preso proprio per la sua capacità di vincere, anche col minimo sforzo. Non è uno che ti fa giocare un calcio arrembante, ma uno che sa gestire, organizzare e portare a casa il risultato. Detto ciò, guidando di ritorno dallo stadio ho ascoltato una radio locale piuttosto nota. Uno diceva: ‘Avevo dato 7,5 a Conte fino al pareggio, poi è diventato 5’. Ma così non si può giudicare: se intendiamo il calcio in questo modo, tanto vale chiudere tutto. Ho la netta sensazione che ci sia gente a Napoli che spera che il Napoli perda lo scudetto solo per poter dire che Conte abbia fallito. Io non sono un tifoso di Conte, e non me ne frega nulla del personaggio. Ma è uno che da vent’anni vince ovunque va. Conte non sarà simpatico, ma non possiamo far finta di scoprire oggi come allena.
La sostituzione Raspadori–Billing?
—Quando è entrato Billing, ho pensato: ‘Mossa intelligente, mette centimetri e chili’. È vero, poi è entrato male. Ma è anche lo stesso giocatore che ti ha dato la svolta contro l’Inter.”
Quindi, pur avendo condiviso la scelta di inserire Billing, il problema è più legato alla rosa che ha a disposizione Conte?
“Certo. È un dato di fatto che la rosa del Napoli sia piuttosto risicata. Quando entriamo nei minuti finali, manca spesso qualcosa, soprattutto in panchina. Con un centrale difensivo di maggiore livello in sostituzione dell’infortunato Buongiorno, i gol di ieri probabilmente non li avremmo subiti. L’undici titolare è fortissimo, ma manca qualcosa tra le riserve. Raspadori in quel momento era gasato, forse dovevi lasciarlo in campo, e magari togliere Lukaku o, meglio ancora, Anguissa che era stanco e poco lucido. Comunque sì, sono positivo per le prossime due gare. Se mi avessero detto a inizio stagione che ci saremmo giocati lo scudetto vincendo a Parma, avrei firmato. Certo, ci vuole un approccio forte. Parma non è in una situazione disperata, ma sarà una partita in cui l’allenatore e i giocatori devono dimostrare di voler entrare nella leggenda. Mi aspetto una prestazione da 90 minuti, come quei 15–20 minuti che il Napoli ci fa vedere in ogni partita: ma questa volta, senza pause.”
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