"Certo, è così. La qualificazione in Champions è vitale per la società. Ma alla luce di quello che abbiamo visto, si vede chiaramente il divario. Battiamo la Juve e la Roma, poi arriviamo a queste partite europee e finiamo per prendere schiaffi. Il Benfica ieri era più forte? sì. Più forte di Juve, Roma e di molte squadre italiane. Ci mette davanti a un’evidenza, non abbiamo la possibilità di competere su due fronti. Il gap si vede tutto. Il Napoli è stato travolto, non solo sul palleggio, ma proprio sul ritmo, sulla qualità delle giocate. È stato dominato."
Un ascoltatore ci scrive che abbiamo ampiamente la rosa per arrivare almeno ai sedicesimi. Secondo lei?
"Sono d’accordo ma attenzione: in altre leghe giocano anche il doppio delle partite e nessuno si lamenta. Il punto però è un altro: il Napoli vive questa dicotomia tra campionato e coppa e questo lo rende sempre più simile alle squadre di Conte, che hanno lo stesso problema. Ma non è per forza un difetto dell’allenatore, Conte ha i suoi limiti in Europa, certo, ma ricordiamoci da dove partiamo. Stiamo lavorando con una squadra falcidiata dagli infortuni. Mancano giocatori ovunque. Non è una partita, è una lista infinita di assenze. È un miracolo essere dove siamo. Poi, sì, dovremo rientrare nei ranghi, ci siamo e vogliamo portarci a casa il meglio possibile. La Champions non è un obiettivo, magari arriviamo ai sedicesimi e poi concentriamoci sullo scudetto. Perché lo scudetto, a certe condizioni, lo possiamo vincere tranquillamente."
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