Sulla sua Nazionale: "L’Italia di Spalletti? L’Italia ha una storia, con grandissimi campioni. Abbiamo meriti che ci sono stati dati da tutto il mondo, dobbiamo essere una nazionale forte dobbiamo dare un messaggio molto chiaro. Sono affascinato dall’idea di iniziare subito, sono stati carini quelli dello staff a fornirmi tutte quelle attenzioni per mettermi a conoscenza di tutto ciò che mi servirà per andare a giocare le due partite. Coverciano la conosco benissimo, ho passato estati intere a studiare, li ho imparato il mestiere che oggi insegno ai giocatori. Essere presente in conferenza stampa dove sono stato indicato come CT della Nazionale è un’emozione incredibile che non dimenticherò mai, è tutto bellissimo".
Sulla sua collezione di maglie: "Se ho divise dell’Italia? Ce ne ho più di una. La maglia della nazionale è un dono che non toccherà a tutti, bisogna meritarsela la maglia azzurra perché ti rimane addosso anche quando giochi per il club. Nel 1970 chiesi a mia mamma di cucirmi la bandiera per andare a gioire insieme i compagni di quella vittoria con la Germania, era il mio sogno vedere la nazionale che vinceva. Ora noi ci dobbiamo impegnare affinché tutti quei bambini che guardano la nazionale giocare diventino passione sfrenata, amore e che diventino altri calciatori e altri CT della Nazionale".
Sui tifosi: "Mi rimane difficile promettere qualcosa ma sarò un guardiano dell’impegno di tutti quelli che vengono a lavorare qui dentro. Voglio vedere orgoglio, sacrificio e appartenenza totale".
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