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Spalletti: “Scudetto? Sulla coppa saprei rappresentare le facce della felicità dei napoletani”

Spalletti
Intervenuto durante la presentazione di Vivo Azzurro TV, l'ex allenatore del Napoli ha parlato della passata stagione sulla panchina del club azzurro, ma non solo: le sue parole
Raffaele Troiano

Luciano Spalletti, allenatore dell'Italia, è intervenuto dal palco della Lanterna di Fuksas durante la presentazione di Vivo Azzurro TV, dove ha parlato dei prossimi impegni con la Nazionale e rivissuto le emozioni dello scudetto con il Napoli. Ecco quanto, delle sue parole, è stato evidenziato dalla nostra redazione!

Spalletti: "Ho rincorso per tutta la vita lo scudetto conquistato a Napoli"

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Di seguito le dichiarazioni di Luciano Spalletti ai microfoni di Vivo Azzurro TV: "Ho detto più volte che sono stato molto fortunato a fare questo lavoro qui e sono quasi sempre stato felice. Quando si parla di vittoria e sconfitta io vedo due facce della stessa medaglia. Ti crea quelle situazioni intorno che non ti fa essere te stesso. Non si può vivere nella vittoria o nella sconfitta, si deve vivere nell’equilibrio. Non vedo l’ora di condividere questa passione per la maglia azzurra con tutti gli italiani. Per me sarà fondamentale tornare in Italia e sentire il popolo italiano dirci "siamo orgogliosi di voi". Nel calcio ci sono delle situazioni che possono cambiare il destino, ad esempio quella palla Tardelli la stoppò male nel 1982, poi riprese il passo e trovò il gol. Ha fatto quel passettino per coordinarsi e trovare il gol. Secondo me questo canale ci potrà dare delle notizie per ricreare qualcosa in più, avere la conoscenza più approfondita di quello che succede anche all’interno dello spogliatoio. Ci permette di accrescere questa conoscenza".


Sullo scudetto: "Ho rincorso per tutta la vita la vittoria dello scorso anno. Quando ci sono arrivato ho visto che quell’evento in sé stesso o quella coppa non è nulla. Io non saprei descrivere la coppa dello scudetto, ma se fossi un pittore ti saprei rappresentare tutte le facce della felicità dei napoletani quel giorno. Bisogna essere responsabili perché c’è bisogno di appartenenza e di italianità. Dobbiamo essere all’altezza della situazione a prescindere dal singolo episodio".

Sull'Italia: "La maglia azzurra non si veste solo nelle due ore dell’allenamento o di partita, ma la si indossa per 24 ore al giorno. Anzi anche facendo degli straordinari un paio d’ore in più al giorno. Noi ancora non siamo stati bravi a creare uno stile nuovo. Siamo rimasti a quella che è la nostra tradizione e non ci abbiamo messo dentro un po’ di tecnologia come ad esempio ha fatto Vivo Azzurro TV. Nel confronto europeo abbiamo ancora da fare dei passi importanti, nonostante i complimenti che vanno fatti alle nostre squadre che sono al massimo livello europeo anche giocando un calcio di un certo livello. Io mi chiudo a casa mia e provo a realizzare minuto dopo minuto quello che sarà il tempo che passeremo in Germania. Noi abbiamo questa finestra aperta sui nostri sportivi. Non dobbiamo dare la sensazione di avere a che fare con dei bambini viziati, ma di avere a che fare con professionisti serissimi. Poi sono lì a perfezionare questa convocazione. Per il 70/80% è già fatta, c’è però questo 20% aperto per abbracciare chi ci dimostra di volerne fare parte o per far uscire chi pensa che questa maglia sia un giochino. Vanno fatti i complimenti al Bologna per il calcio che ha espresso, così come all’Atalanta e all’Inter. Ci sono alcune situazioni che non vanno come vorremmo e che non sono reali rispetto al valore delle squadre o dell’allenatore che guida queste squadre".

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