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De Siervo applaude a Spalletti: “Il suo Napoli sta regalando grandi emozioni”

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Le dichiarazioni di Luigi De Siervo ai microfoni di Rai GR Parlamento

Raffaele Troiano

Luigi De Siervo, amministratore delegato della Lega Serie A, è intervenuto a La Politica nel Pallone su Rai GR Parlamento, dove ha parlato di vari temi. Ecco quanto, delle sue parole, è stato evidenziato da CalcioNapoli1926.it.

De Siervo: "Spalletti? In Champions il suo Napoli ha regalato emozioni"

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Di seguito le dichiarazioni di Luigi De Siervo ai microfoni di :

"Qatar? A livello sportivo la partita di ieri è stata normale, per un evento così ci si aspetta di partire coi fuochi d'artificio, qui ci sono stati solo fuori dal campo. Era importante essere presenti al Mondiale per capire. È un calcio che da un lato cerca di mettere insieme nuovi pubblici, cercando di proseguire in questa crescita e dall'altro vede una serie di questioni che si rendono necessari".

Cosa l'ha colpita del Qatar? Dagli stadi cosa si può imparare?

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"Lo stadio di ieri è straordinario, ha un grande significato, con questa tenda beduina molto suggestiva. Inoltre è uno degli stadi più all'avanguardia del mondo, costruito, va ricordato, da un'azienda italiana. Al nostro Paese non manca nulla, se non la volontà politica. Sono sicuro che il ministro Abodi, che tanto bene ha fatto al Credito Sportivo, ha motivazioni e competenza per sbloccare un tema fondamentale del nostro Paese, che non riuscirà a ospitare un grande evento sportivo se prima non riuscirà a sbloccare le lungaggini burocratiche che attanagliano club e comuni. Il messaggio che arriva dal Qatar è che si può fare, questo stadio è stato costruito in tre anni da un'azienda italiana: in condizioni che vanno verificate, ma si può fare. Questo mondiale non sarà più replicabile come modalità, anche perché si gioca tutto in pochi chilometri, anzi credo che si andrà sempre più verso eventi itineranti come l'ultimo europeo che abbiamo vinto".

Questione Superlega: Tebas, presidente della Liga, ha detto che fa perdere l'essenza del calcio e in Spagna sarebbe meno seguita del campionato. A marzo si pronuncerà la giustizia europea, come pensa che possa finire?

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"Condividiamo l'opinione del presidente Tebas, siamo stati sempre sulle stesse posizioni negli ultimi tre anni. Nel 2019 proprio con Tebas abbiamo gestito la protesta contro la Superchampions, un progetto di riforma allineato con l'ECA. Abbiamo combattuto e vinto quella battaglia, così come quella dell'anno scorso. La Serie A si è espressa più volte con ampia maggioranza, l'ho ribadito anche a Nyon la settimana scorsa: abbiamo preso posizione più volte e formalmente contro questa competizione. Il ricorso di Juventus, Real e Barcellona porterà a una pronuncia che potrebbe avere delle ripercussioni: il contesto richiede riflessioni e interventi. Cosa succederà non lo può dire nessuno oggi, ma il nostro calcio cambierà più nei prossimi 5 anni che negli ultimi 20. Ben vengano attente riflessioni, secondo me è importante aprirsi a riflessioni profonde, fuori da schematismi perché il calcio ha bisogno di regole e di essere sostenibile".

Si è parlato tanto dell'esclusione dell'Italia, che effetto le ha fatto vedere la sconfitta con l'Austria?

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"Il mondo dello sport è meritocratico, chi è esperto di atletica leggera sai che puoi essere il più veloce ma se non vinci nei trial non competi a livello mondiale. Eventualmente si potrebbe discutere su quanti posti ha diritto un continente o l'altro, ma qui si apre tutta una serie di riflessivo: il calcio è e sarà lo sport più inclusivo al mondo. Ci saranno due generazioni di ragazzi che non hanno visto un mondiale e questo per chi ha avuto un'infanzia come la nostra è difficile da accettare. Di analisi ne sono state fatte tante, resta l'amarezza di aver provato due generazioni di undici anni di calcio mondiale".

In casa AIA è esplosa la vicenda legata all'arresto del procuratore capo D'Onofrio. Cosa pensa e cosa crede possa accadere?

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"È una vicenda incredibile e inquietante. Non mi sento tranquillo, come Serie A seguiamo con attenzione e rispetto per chi sta indagando, ma questa cosa richiede spiegazioni convincenti. Se è vero quello che leggiamo e questa persona era una persona che trasportava i quantitativi di droga che abbiamo letto per delle cifre ridicole, mettendo a rischio se stesso, quello che rappresentava e la propria famiglia, viene difficile capire come potesse ricoprire certi ruoli. Non ho un'idea, non credo alle cospirazioni e alle leggende, ma vorrei capire com'è stato possibile e come per oltre 13 anni questa persona sia potuta crescere in confidenza e responsabilità, senza che nessuno capisse che persona fosse. D'Onofrio mi sembra un soldato, non un generale. È una persona che veniva mandata a picchiare o a prelevare droga, non aveva un'autonomia piena e questo preoccupa profondamente il sottoscritto e tutto il mondo del calcio. Non troverete mai nella mia vita una dichiarazione contro gli arbitri. Chiedo soltanto un'analisi profonda perché il tema che viene analizzato è alla base del lavoro che svolgiamo noi tutti i giorni".

Tanti fondi guardano anche ai club italiani, da ultimo al Napoli.

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"È per definizione, come tutti gli altri grandi club italiani, un obiettivo privilegiato. Non riesco a pensare al nostro campionato senza De Laurentiis e quindi non so se sarà possibile. Ma è comunque un merito del grande lavoro fatto dalla società, che ha coniugato l'aspetto economico a risultati rilevanti in campo europeo. Non dimentichiamo che emozioni ci hanno regalato mister Spalletti e i suoi ragazzi in Champions. Quando ho incontrato Ceferin, ha avuto parole di grandi apprezzamenti per la capacità di sviluppare calcio del Napoli".