Ecco perché, al di là del mercato, tra un mese parleremo degli stessi problemi. Lo scorso anno i giocatori azzurri conoscevano il loro ruolo, Demme ad esempio era coinvolto in una maniera quasi principale senza aver mai giocato. Lo stesso dicasi per i vari Zerbin, Simeone, Elmas: nessuno si lamentava, perché tutti avevano una parte in quel gruppo ed è chiaro che se non sai che ruolo devi avere, alla fine ti lamenti.
Eppure, nonostante tutto, ci sono appena cinque punti tra il Napoli e la zona Champions. Vero, i punti sono pochi, ma il Napoli oggi, mentalmente, non è pronto per arrivare tra le prime: ecco perché dico che sì, i ritiri servono, purché però ogni giorno dopo l’allenamento, in riunione, i giocatori parlino tra loro anche dicendosi cose scomode, se accade questo i risultati arriveranno. Se il ritiro è punitivo i giocatori devono capirlo, serve moltissimo parlare molto più che allenarsi 24 ore al giorno.
Mercato? Ribadisco il concetto: puoi mettere i migliori ma se fai tirare Vlasic con la punta senza che nessuno accorci o esca a contrastare il tiro, perderai sempre. Ecco perché dico che è necessario cambiare atteggiamento. Arriverà certamente qualcuno ma alla base c’è l’aspetto psicologico ed emozionale. Prendiamo la Salernitana, che emotivamente è più forte del Napoli, superiore qualitativamente ai granata, molto dipenderà da come verrà giocata la gara. Se il Napoli deciderà di puntare sulle sue qualità, vincerà anche la partita, ma è caratterialmente che deve arrivare la scossa”.
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