Per quanto riguarda Antonio Conte, parla per informazioni acquisite o è una sua previsione personale?
“Da quel che so, da parte di Conte c’è assoluta disponibilità di andare al Napoli, dopo aver rifiutato i mesi scorsi. Quest’anno, De Laurentiis ha chiesto più volte la sua disponibilità. Ad oggi, Conte sembra essersi convinto. C’è anche la possibilità di Pioli, ma credo che il club azzurro vada su Antonio Conte. Naturalmente, bisognerà capire se il Napoli avrà ancora voglia di accettare un profilo come quello del leccese. Le sue pretese sono diverse da quelle di un tecnico come Pioli”.
Quale sarà il futuro di Calzona? Potrà ambire ad una panchina di un club?
“Credo che rimarrà sulla panchina della Slovacchia. È questo il suo incarico principale. Anche la valutazione tecnica e tattica di Calzona, infatti, deve essere fatta considerando che non poteva concentrarsi appieno sugli azzurri. Tuttavia, la gara contro la Roma mi è sembrato abbia tradito un timore che un allenatore di una grande squadra non può avere. Togliere Traorè per inserire Ostigard ha lasciato una bruta sensazione. Non ho la pretesa di spiegare il calcio a qualcuno, ma togliere un uomo su calcio d’angolo avversario, tra l’altro appena entrato, poteva esporre a dei rischi. Ciononostante, Calzona ha dimostrato, in questi mesi, di essere un buon allenatore, seppure non da big”.
Dove finiscono gli errori di Calzona, e dei suoi predecessori, e dove iniziano quelli della società?
“Per il 90% è colpa della società. Quando parlo del Napoli con i miei colleghi, dico sempre che gli azzurri sono passati dall’avere Kim, il miglior difensore della scorsa stagione, ad affidarsi a Juan Jesus, che era una riserva ma che è divenuto imprescindibile. Il brasiliano aveva già dimostrato di non poter essere un calciatore di quel tipo. Ciò fa comprendere gli errori della società. Le colpe della guida tecnica sono evidenti, è chiaro, ma se devi affrontare un campionato di Formula 1 e affidi la macchina ad Hakkinen, di chi è la colpa? Si è scelto Mazzarri, che era fermo da tempo, così come Garcia. Poi, si è andati su Calzona, che non aveva mai allenato una squadra di club. Sono state scelte senza senso, pensando che qualsiasi allenatore potesse replicare quanto realizzato da Spalletti. Gli errori di questa stagione serviranno da lezione per il prossimo campionato, ne sono certo”.
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