Cosa ha lasciato Roberto De Zerbi? È arrivato il momento di tornare ad allenare in Italia?
“Ha lasciato un sogno e un rimpianto. Avevamo messo le basi per creare uno squadrone da paura con uno dei migliori allenatori al mondo. Non ne avremo la prova concreta, ma sono convinto che lo Shakhtar, con De Zerbi, sarebbe rientrato tra le grandissime d’Europa. Il suo arrivo ha fatto capire a tutto il mondo che nel calcio dell’Est ci sono grandi potenzialità, che il nostro è un club di spessore. Per lui sono stati mesi importanti. Si è messo alla prova in Europa, all’estero. Da qui, è riuscito ad arrivare in Inghilterra, dove ha confermato le sue qualità. Vedremo, quest’anno sembra ci sarà un movimento notevole di panchine, anche per i club più importanti. Pertanto, ritengo sia normale che venga accostato a squadre blasonate. È un allenatore emergente ma che vanta un passato già importante”.
Tra le file dello Shakhtar sta impressionando il giovane Kevin. Che margini di crescita può avere il brasiliano?
“La serietà del club ha determinato la possibilità di poter fare mercato anche in certe condizioni. Siamo sempre stati un punto di riferimento per i brasiliani, e continuiamo ad esserlo. Kevin, nello specifico, si aggiunge ad altri prospetti come Eguinaldo, Marlon. Il club consente a questi ragazzi di crescere nella mentalità europea, abbinandola al talento e alla tecnica brasiliana. Le squadre che acquistano da noi, dunque, acquistano giovani forti che, oltre il margine di crescita, possono vantare anche principi di gioco europei”.
Lo Shakhtar, però, può anche contare sui talenti del proprio vivaio, come Matvijenko.
“Lui, come altri, può puntare ai top club europei. Matvijenko è fortissimo, è il classico difensore moderno. È veloce, mancino e sa impostare molto bene. Per questo dico che, due anni fa, avevamo la certezza di costruire una grande squadra. Oltre i colpi di mercato e i sudamericani da valorizzare e crescere, i veri crack erano i calciatori ucraini. Avevamo Trubin, Mudryk, talenti del Paese che facevano la differenza. Per i nostri talenti, dunque, c’è bisogno di offerte che possano soddisfare il club e i calciatori. Non incateniamo nessuno”.
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