“Ogni allenatore è chiaro abbia un modulo preferito. Tuttavia, si può pensare a Conte e al fatto che ha dimostrato di giocare sia con la difesa a tre che a quattro. Alla Juventus si pensava potesse prediligere un 4-2-4, ma optò per un 3-5-2 che valorizzasse i suoi difensori. La squadra si trasformò, beneficiando anche dello schieramento di Pirlo e dei calciatori esaltati dal modulo. Nel calcio di oggi, più che il modulo stesso, contano le qualità dei calciatori. Credo, soprattutto, che sia la mentalità che Conte riesce a garantire che fa la differenza”
Ritiene che un allenatore possa davvero ricoprire il doppio ruolo di tecnico di club e allenatore della nazionale?
“Credo sia difficile. Non penso sia così facile lasciare la squadra per cinque sei giorni, anche se ci sono i nazionali in partenza. Il mister deve essere sempre presente, anche in quei momenti in cui si resta con i giocatori che giocano meno al fine di coinvolgerli ulteriormente. È un aspetto mentale importante”
L’Atalanta di Gasperini è partita da una piccola realtà, sino a diventare una squadra affermata in Europa. È possibile, dunque, ancora oggi prendere una piccola realtà e trasformarla in qualcosa di grande?
“Bergamo è una realtà importante. Negli anni si è strutturata, con una società forte che è riuscita a costruire uno stadio ed a beneficiare del supporto della piazza. Tutti gli anni si riesce a raggiungere risultati impensabili, così come era impensabile trionfare tre a zero in casa di una squadra che guida il campionato di riferimento in Europa. La realtà raggiunta dalla Dea è testimoniata anche dalla capacità di acquistare calciatori affermati, nel recente passato. Un lavoro eccezionale quello della società, che ha saputo affidarsi alla guida di un tecnico capace come Gasperini”
De Rossi e Gilardino allenatori alla ribalta del nostro calcio?
“Sono allenatori che stanno facendo molto bene. De Rossi, da subentrato, ha garantito un gioco diverso, uno spirito diverso. Daniele sta valorizzando la rosa, gli va dato merito. Ci sono anche altri allenatori che stanno dimostrando di avere valori, conoscenze e di saper valorizzare i propri giocatori”
Crede che Alex Meret debba proseguire il rapporto con una piazza in cui non è amato da tutti?
“A me dispiace che Alex non sia così apprezzato come lo apprezzo io. Ha fatto un percorso straordinario, prima in B poi in A, fino a conquistarsi la fiducia del Napoli. In questi tre anni credo abbia dimostrato, in primis, di essere un ottimo professionista. Anche quando è stato messo in discussione, ha saputo lavorare in silenzio. È chiaro debba ancora migliorare sotto tanti aspetti, ma può dirsi tra i primi portieri in Italia. D’altronde, durante un’annata capitano gli errori. Parare, però, non è mai scontato. Le critiche possono spingerlo a migliorarsi ulteriormente"
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