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calcionapoli1926 interviste Sandreani: “Non dimenticherò mai la sera in cui ho dovuto marcare Pelè”

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Sandreani: “Non dimenticherò mai la sera in cui ho dovuto marcare Pelè”

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Il collaboratore del Napoli ha ricordato un evento memorabile della sua carriera
Sara Ghezzi

Mauro Sandreani, ex calciatore e attuale collaboratore tecnico del Napoli di Conte ha rilasciato un'intervista a Il Corriere della Sera in cui ha ricordato della gara di 50 anni fa in cui dovette marcare Pelè nell'ultima partita di O Rei in Italia. A seguire le sue parole

Sandreani: "Non dimenticherò mai la sera in cui ho dovuto marcare Pelè"

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«Ma no dai, non sono mica passati 50 anni...Cinquant’anni che ho strappato la maglia a Pelé? Ricordo tutto di quella sera. E sì, ok, il mito andava visto. Ma andava pure marcato, eh. Iniziai in panchina, non ero un titolare di quella Roma. Poi, l’imprevisto. Si fa male Morini. Rientriamo negli spogliatoi all’intervallo, Liedholm con quel modo tutto suo mi si avvicina e con voce bassa mi fa “ragazzo, adesso lo marchi tu quello lì, ok?”. Non ebbi il tempo di capire. Andò alla grande. Per me non era un’amichevole. Io mi giocavo tutto, non avevo voglia di brutte figure. Pelé lo capì subito, non era serata di spettacolo, di tocchi e di tacchi. Vincemmo 3-1, non ci fu partita. Gli arrivarono pochi palloni, non fece granché. Però è lì che vedi il campione. Si adattò al tipo di match. Parlava tantissimo coi compagni, che non avevano grandi qualità, un allenatore in campo. Per tutto il tempo ripeteva ai suoi “easy, easy, easy”. Come a spiegare “giocate facile, facile”. In Italia non erano mica gli anni della marcatura a zona, neppure per un avanguardista come Liedholm. Feci con O Rei più o meno quello che anni dopo fece Gentile con Maradona.A fine partita Pelé fu travolto, c’era chiunque in campo. L’occasione non poteva sfuggirmi. E riuscii a scambiare la maglia con lui. Anzi no, gliela tirai via dalle mani. Era frastornato, non capiva nulla. Presi la sua da una mano e nell’altra consegnai la mia. Ero troppo felice. Tornai negli spogliatoi, Liedholm mi disse sorridendo: “Lo sapevo che lo avresti marcato bene”.  La maglia? L’ho tenuta per anni, poi la diedi in beneficenza, non so che fine abbia fatto. Era fantastica. Noi in quel periodo avevamo le divise di lana. Quella dei Cosmos era leggerissima, un tessuto stupendo, con numeri grandi e nomi in evidenza. Insomma, tutte cose che da noi sarebbero arrivate 15-20 anni dopo…Non ho mai più rivisto Pelé. Però quell’ “easy, easy, easy” mi pare di sentirlo ancora adesso. Mi resta una foto, che tengo appesa in casa. Se vuole gliela mando».