Come avviene il recupero con tanti impegni ravvicinati? Come si gestisce tutto?
"Ogni staff e allenatore ha la propria filosofia. Per esperienza, un minimo di lavoro va fatto durante le coppe. La partita sostituisce la seduta di allenamento importante del martedì o mercoledì, quando una volta si faceva invece la doppia seduta. Sicuramente se hai una rosa lunga e riesci a far ruotare i giocatori, questo è la miglior forma di prevenzione. Poi lo staff deve tenere sotto controllo sotto vari aspetti i giocatori e i loro parametri. Lo stress però rimane alto e molto spesso è molto più pesante affrontare una stagione con l'EL piuttosto che con la Champions, perché l'EL si gioca il giovedì. Il miglior metodo di prevenzione però è avere una rosa ampia e adottare il turnover".
Preparazioni in città rispetto alla montagna possono incidere sugli infortuni?
"Ci sono i problemi legati alla logistica, sei a casa tua e hai il tuo centro d'allenamento iper-fornito e quindi si preferisce rimanere in città. Oggi per i ritiri servono infrastrutture adeguate e non è semplice trovare strutture del genere. Mette in crisi più che altro fare tante amichevoli in giro, perché anche il viaggio incide sulla fatica. Tutto questo stress porta a problemi di sovraccarico che sono normali. L'infortunio non è mai legato a un fattore. Giocare sempre sul filo del rasoio vuol dire essere vicini sempre all'infortunio".
Che ricordo ha dell'esperienza al Napoli?
"E' stata una bella esperienza, sappiamo come è andata lo scorso anno ma sono contento che siano ripartiti forte, gli auguro il meglio. Ha dei buoni atleti di base, che sono disposti a spingere e con buone qualità. Di Lorenzo ha veramente una grande gamba".
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