Italiano ha trovato la sua "Luna tonda" (riferimento al libro autobiografico di Marangon, ndr) a Bologna?
"Glielo auguro. È una società seria, preparata, che ha sempre lavorato bene. Il presidente aveva detto che avrebbe portato la squadra ai vertici del calcio non solo italiano ma anche europeo, e la strada è quella giusta. Il Como sta seguendo un progetto simile, iniziato con Fabregas. Avrà bisogno di più tempo per arrivare ai livelli di Bologna, Roma, Inter, Milan o Juventus, però sta crescendo. Il Bologna ha un grande direttore generale come Sartori, uno che conosce, individua e scopre giocatori che altri nemmeno notano e poi questi rendono al massimo. Ne sono contento anche perché mio figlio è nato a Bologna, quindi la seguo con particolare piacere."
Tra i difensori del Napoli, chi individua come leader del reparto?
"Per me il leader resta Di Lorenzo, è lui a dettare personalità e concentrazione ai compagni. In Italia devi essere fortissimo dietro, bravo a centrocampo e micidiale davanti. Conte conosce bene la sua squadra: se l'ha impostata così è perché ha capito che per raggiungere certi risultati bisogna avere coraggio. Era la mentalità che avevamo noi a Verona con Bagnoli, bisognava attaccare sempre. A me questi continui retro passaggi non piacciono: le squadre devono andare in avanti, portare la palla dall'altra parte e fare male."
Qual è dunque il suo pronostico per Roma-Napoli?
"È una partita da tripla. Io ho il cuore diviso, avendo giocato in entrambe. Mi auguro innanzitutto che sia una bella gara per i tifosi. Un pareggio con qualche gol non sarebbe male, per divertirci un po': un bel 4-4, perché no? Il fatto che la Roma giochi in casa le dà quel piccolo vantaggio del pubblico, che in certe partite pesa sempre."
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