Come stanno Ghilardi e Ziolkowski?
«Ghilardi e Ziolkowski stanno facendo bene, si allenano con impegno e arriverà anche il loro momento. Tra virgolette, la loro sfortuna – o fortuna per la Roma – è che davanti hanno quattro giocatori che stanno facendo qualcosa di notevole, e io guardo sempre alla squadra. In questo momento Celik, Hermoso, Ndicka e Mancini stanno dando un contributo molto efficace e importante per la Roma. Al di là delle situazioni individuali, ciò che conta di più è sempre l’aspetto collettivo».
Dovbyk sta migliorando? Ferguson è ancora davanti a lui nelle gerarchie?
«Non c’è un giocatore davanti all’altro, se la giocano sempre a seconda dei periodi, dei momenti e delle partite che affrontiamo. Dovbyk mi sembra in crescita sul piano atletico, sicuramente molto più rispetto all’inizio della stagione, quando abbiamo iniziato il ritiro. La sua crescita passa da questo: deve essere in grande condizione fisica e atletica per poter mascherare alcune difficoltà tecniche che ha in questo momento. Se raggiunge una condizione ottimale, riesce anche a migliorare sul piano tecnico».
Contro il Verona potrebbe rinunciare a un centrale oppure si può giocare anche con la difesa a tre?
«È uguale in entrambe le soluzioni: puoi giocare con un centrocampista puro in quel ruolo oppure, a turno, con un difensore, che sia Celik, Ndicka, Angelino o anche lo stesso Mancini che va a prendere l’avversario più alto. Non cambia molto: variano solo le caratteristiche del giocatore, ma il tipo di scalata resta lo stesso. Qualche volta, è vero, con l’Atalanta abbiamo fatto anche questo, però quando alleni tanti anni diventa più semplice introdurre variazioni. In questo momento dobbiamo consolidare alcune certezze e poi, piano piano, aggiungerne altre, come l’inserimento dei difensori che in certe partite può essere importante. Un altro aspetto è che partite come quella di domani sono pericolose: sono gare in cui, se sei sterile, se non hai spinta, energia e forza per creare pericoli, rischi di perderle. Queste squadre hanno velocità davanti, giocatori che calciano bene e possono diventare pericolose. Noi però arriviamo da una vittoria nel derby e da un buon esordio in Europa: dobbiamo avere entusiasmo, forza ed energia per non fare la partita col Torino, ma per giocare su ritmi diversi. Per quanto riguarda la partita, le problematiche sono quelle».
Dalla fase difensiva sembra ancora una Roma molto simile a quella di Ranieri...
«Su questo potete giudicare meglio voi, che avete visto entrambe le situazioni. Io conosco la mia e quindi posso parlare solo di queste partite, non posso fare paragoni. Rimane il fatto che dietro, da Svilar a Ndicka, ci sono 7, 8, 9, 10 giocatori molto affidabili e sempre presenti. Sempre forti, sempre competitivi, e per me rappresentano indubbiamente, in questo momento, il nucleo importante di questa squadra. Riusciamo a inserire anche Pellegrini, Rensch, Tsimikas e altri, ma oggi il nucleo centrale della Roma è questo: quello davvero affidabile, efficace e sempre pronto. È il gruppo che c’è sempre, che garantisce risultati non solo quando bisogna fare gol, come è successo l’altra sera con Ndicka e Mancini, ma soprattutto quando bisogna difenderli e portare a casa la vittoria. Come è accaduto negli ultimi dieci minuti con la Lazio, per esempio».
Quali sono le gerarchie sulla trequarti sinistra, in attesa di Bailey?
«Io a Bailey non ci sto pensando: è un giocatore fermo da un po'. Dobbiamo andare avanti forte con tutto quello che abbiamo. El Shaarawy è stato il più giovane ad esordire con il Genoa, da lui voglio vedere ancora certe iniziative. El Aynaoui, invece, può fare tutti i ruoli del centrocampo».
Pellegrini ha risolto i suoi problemi con la società?
«La società è contenta quando i giocatori fanno bene. La risposta più importante l’ha data Pellegrini. Ha fatto bene nel derby, ma non solo per il gol. Ma se pensiamo che il problema sia risolto ci sbagliamo, lui deve ritrovare continuità, forza carattere e personalità. E sono caratteristiche ha. Deve entrare nel gruppo di quegli 8/9 che dicevo prima».
Sulla sinistra, dobbiamo aspettarci Tsimikas o Angelino?
«Non è un problema se gioca Tsimikas o Angelino. Il vero problema è se la Roma fa bene o male. Tsimikas ha giocato nel Liverpool: non può essere considerato un problema stabilire se uno è titolare o meno. Chi entra e decide la partita, allora, è una riserva? Tsimikas ha dimostrato di essere subito pronto, è un giocatore molto utile. Abbiamo la fortuna di avere due ottimi giocatori a sinistra».
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