Può spiegare ad un bambino cosa succederebbe se domenica perdessimo di nuovo contro la Germania?
"Fondamentalmente, saremmo fuori dalla Nations League. Ma, a voler essere onesti, non sarebbe una tragedia. Non parteciperemmo alla Final Four, pazienza, ce ne faremo una ragione. Il vero problema è un altro: saremmo costretti a giocare un girone di qualificazione al Mondiale con cinque squadre, quindi con una partita in più rispetto alla Germania, che, qualificandosi alla Final Four di Nations League, avrebbe un match in meno nel percorso di qualificazione. Questo dettaglio può avere il suo peso, considerando cosa è successo nelle ultime qualificazioni mondiali, quando siamo rimasti fuori per colpa di quei dannati spareggi. A quel punto, dovremmo giocarci la qualificazione con squadre come la Norvegia di Haaland e tanti altri giocatori di livello, soprattutto quelli che stanno emergendo nei campionati più competitivi, come la Premier League. Staremo a vedere, ma la situazione non sarebbe affatto semplice".
Oggi abbiamo calciatori meno qualitativi, ma giocano anche molto di più…
"Certo, le partite sono tante. Ma anche le squadre inglesi, tedesche o spagnole giocano di più, visto che anche loro affrontano lo stesso numero di gare, se non addirittura di più. Il problema, ripeto, è un altro: basta guardare la formazione della Nazionale di Giovanni Trapattoni ai Mondiali del 2002 e confrontarla con quella attuale. Mamma mia… e pensare a quelli che rimasero fuori da quel Mondiale! Non voglio mancare di rispetto ai ragazzi di oggi, che danno tutto per la maglia azzurra, ma non si può negare l’evidenza. Il Mondiale lo vinci con Messi protagonista. Per vincere servono i campioni, a noi mancano i campioni. Questa è la realtà. Io la vedo così: il fuoriclasse non deve mettersi al servizio della squadra, è la squadra che deve mettersi al servizio del fuoriclasse, e Conte è il migliore a gestire . Perché è il più forte che fa vincere le partite. Funziona così nel calcio che conosco io. Il resto sono solo filosofie".
Ha parlato di Spalletti come del miglior allenatore al mondo. Il Napoli, oggi, ha puntato su Antonio Conte, l’allenatore più pagato d’Italia e tra i più pagati d’Europa. Cosa ha dato alla squadra in questa stagione? E secondo lei merita l’ingaggio monstre che percepisce?
"Assolutamente sì, perché è un fenomeno. Al di là del bene e del male, non scherziamo. Io ho visto Antonio Conte portare la Nazionale ai quarti di finale di un Europeo con una squadra che, a centrocampo, aveva giocatori di un livello inferiore rispetto agli attuali. Eppure arrivò lì, e se non fosse stato per i rigori, saremmo passati noi. Conte è una benedizione per qualsiasi club riesca a ingaggiarlo, lo è anche per il Napoli. Ha una mentalità vincente e trasmette questa mentalità alla squadra. Si gioca per vincere, è molto semplice. Conte è noto per il suo carattere forte e la capacità di motivare i giocatori".
Quante possibilità ha il Napoli di inseguire ancora il sogno scudetto?
"Mi sembra che il Napoli si stia giocando lo scudetto con una squadra fortissima come l’Inter. L’anno scorso la situazione era diversa, ma oggi la classifica parla chiaro, nella piazza ci sono un po’ troppe polemiche, e queste hanno senso quando costruisci una squadra per vincere e invece ti ritrovi a dover affrontare difficoltà enormi. Oppure quando pensi di poter lottare per un piazzamento europeo e invece sei nelle ultime posizioni. Ma se sei secondo in classifica per tutta la stagione, dopo quello che è successo lo scorso anno, non riesco a capire di cosa ci si lamenti. Probabilmente anche noi giornalisti stiamo importando un modello di informazione sbagliato, dove se non vinci con 12 punti di vantaggio sulla seconda e non stravinci anche in Champions League, allora è un fallimento. Ma non è così che funziona il calcio".
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